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Trovare un editor: quando è il momento giusto?

Trovare un editor è un’esigenza di chi inizia a cimentarsi con la scrittura di un’opera letteraria e sente la necessità che il proprio testo venga rivisto da un o da una professionista. Hanno bisogno di un editor i romanzieri, ma anche gli autori di manuali, saggi, articoli, post, video, podcast. Le aziende richiedono i servizi di questa figura per perfezionare i propri testi e la comunicazione social.

Ma qual è il momento giusto per iniziare la ricerca di un editor?

Questa è una domanda che mi rivolgono spesso. Meglio iniziare a contattarlo o contattarla (è una professione a prevalenza femminile) quando nasce l’idea di un testo e abbiamo iniziato a imbastirlo o quando siamo alla fine del lavoro?

In genere, l’editor dovrebbe subentrare a opera terminata.

Il suo compito è quello di rivedere il testo, suggerire le correzioni e le modifiche necessarie, fare un’analisi diciamo globale dello sviluppo narrativo. In realtà, l’editor può prestare la propria competenza anche in una fase precedente il completamento dell’opera. Succede che ci si renda conto di non riuscire a costruire una struttura funzionale,  che ci siano dubbi sulla resa dei personaggi o sulla scelta di voce narrativa e punto di vista. In questo caso l’editor può intervenire per dare il giusto supporto agli autori che si trovano in questa situazione.  Il momento giusto per cercare e trovare un editor è quando sentiamo che abbiamo bisogno diu un supporto o di un’attenta revisione. In molti casi possiamo avere necessità di un editor che sia anche writer coach; per esempio, se abbiamo perso entusiamo o siamo in una fase di blocco della creatività.

Il lavoro di editor si deve caratterizzare per le sicure competenze culturali e tecniche. Ciò che inoltre deve identificare un buon editor è la capacità di distinguere le debolezze del testo portando l’autore a sanarle. In più, chi fa questo mestiere deve cogliere nell’opera le potenzialità che l’autore stesso non vede.

Corso editor & ghost writer

Editor: significato del termine e del ruolo

Qual è il significato di editor? Che cosa intendiamo quando utilizziamo questa etichetta professionale che preferisco chiamare ruolo?

Nel mondo dell’editoria è una figura di riferimento per l’individuazione di testi degni di essere pubblicati (tempo fa l’editor esisteva quasi soltanto all’interno delle case editrici, non era diffusa come oggi la figura del freelance), oggi è un professionista che si assume il compito e la responsabilità di migliorare i testi di vario tipo e di proporli poi alle case editrici. Ma, a mio avviso, è molto utile lavorare su un testo – in modo particolare per gli esordienti – anche al di là della pubblicazione, come percorso di apprendimento e crescita nella scrittura.

Quando nasce la professione di editor?

Se vi domandate quando nasca la professione di editor posso dirvi che non esiste una risposta precisa: non si può identificare una data inconfutabile in cui la professione sia nata, ma ci sono state delle tappe e delle figure di professionisti che, in qualche modo, ne hanno segnato l’evoluzione. 

Emily Jane Brontë, per esempio, scrittrice britannica dell’età vittoriana – nata nel 1818 e morta appena trentenne nel 1848 – aveva l’abitudine di costellare le proprie pagine, le bozze diciamo, di spilli. A ogni spillo corrispondeva una correzione da effettuare. Questo è uno dei primi modi di trattare la revisione del testo. Con l’avvento della stampa tipografica si ebbe un aumento dell’attività di revisione.

Chi fu il primo vero editor?

Un nome che dobbiamo ricordare però è senza dubbio quello di Maxwell E. Perkins: fu editor di personaggi come Thomas Wolfe, Hemingway, Fitzgerald. In Italia sono stati editor Italo Calvino, Cesare Pavese, Natalia Ginzburg: non dovremmo mai dimenticarlo. Oggi forse con troppa facilità ci si fregia di questo titolo senza che ci sia dietro una preparazione culturale adeguata, studi e formazione. Non dimentichiamo poi Fernanda Pivano che fu allieva di Pavese e Beppe Fenoglio. A Perkins si deve però il passaggio all’editing moderno, a una nuova concezione della professione.

Editor ed editore: la differenza

Ne ho parlato anche in altri miei articoli ma torno sull’argomento perché spesso si fa confusione tra editore ed editor e si pensa che editor sia la traduzione inglese di editore. La traduzione inglese di editore è publisherL’editore in genere è il proprietario di una casa editrice o di una testata giornalistica, produce i libri che vantano un marchio editoriale. L’editore in genere si avvale dell’editor.

La definizione di editore data da Treccani è questa: “editóre s. m. (f. –trice) [dal lat. edĭtororis «chi dà fuori, chi pubblica, chi organizza», der. di edĕre; v. edito]. Chi fa stampare e pubblicare, del tutto o in parte a proprie spese, opere altrui, libri, musica, riviste, ecc., curandone la distribuzione e riservandosi, in genere, i diritti di esclusiva”.

Una delle prime caratteristiche che ti anticipo se vuoi trovare un editor che ti sappia davvero supportare è che conosca bene il mondo dell’editoria. Penso che il lavoro dell’editor oggi non possa non conoscere i meccanismi di un mercato editoriale che ha subito cambiamenti rivoluzionari, così come deve conoscere i generi e le mode stesse di quel mercato. Non solo. Deve conoscere gli editori in modo da saper consigliare al meglio gli autori.

All’editore e alla casa editrice gli autori inviano le proprie opere con la speranza che vengano pubblicate. Sono molti gli esordienti che si domandano come trovare un editore;  dobbiamo dire però che esistono anche altre strade attraverso cui i giovani autori trovano un editore. Succede sempre di più che sia proprio l’editore a cercare gli scrittori, soprattutto se si stratta di blogger amati dal pubblico e con tanto seguito. 

Che cosa deve fare un editor?

Sul compito dell’editor bisogna chiarirsi bene anche per non generare false e fuorvianti aspettative. Certo, ci sono editor a cui si deve il successo di un’opera ma nel senso che sono stati in grado di potenziare i punti di forza dell’autore. 

Andiamo quindi a individuare alcune principali attività dell’editor che vi permetteranno di capire quali siano le caratteristiche che dovrebbe avere un buon professionista.

  • Rispettare sempre e comunque la voce dell’autore.
  • Suggerire e non riscrivere: a parte in alcuni casi (quando è chiamato a essere anche ghostwriter) l’editor non scrive per conto dell’autore. L’editor non deve imporre le proprie idee o dire come riscriverebbe lui una data frase o un passaggio del testo. 
  • Individuare le debolezze del testo e aiutare gli autori a comprenderle e sanarle.
  • Lavorare con l’autore sulla struttura narrativa quando presenta incongruenze o cadute.
  • Valutare lo stile e fare in modo che l’autore raggiunga i propri massimi livelli.

Ci sono poi editor – e devo dire che mi riconosco in questa particolarità – che sono anche writer coach e quindi svolgono anche una parte di vera e propria motivazione dell’autore, lo spronano a dare il meglio, gli mostrano tutto quello su cui c’è da lavorare. Intervengono quando c’è un blocco, stanchezza, delusione. Se vuoi approfondire le caratteristiche di questa figura ti consiglio di leggere Writer coach, la guida completa per il trainer della scrittura.

 

Editing libri: come si fa?

Vediamo come si muove l’editor quando lavora sui libri e in particolare sui romanzi che sono, in genere, la tipologia di testi su cui vengono richiesti con maggior frequenza editing e revisione.

  • L’editor deve valutare il testo prima di tutto nella sua globalità. Verificate sempre che l’editor abbia letto il vostro testo nel momento in cui vi sottopone una proposta economica.
  • Si passa poi alla valutazione della tenuta narrativa legata alla forza della struttura. Se la struttura non regge anche lo sviluppo della storia mostra alti e bassi.
  • Valutazione dell’ambiente in cui si svolge la storia. Per ambiente s’intende la collocazione geografica ma anche storica, quindi la dimensione temporale. Questo è l’aspetto su cui si cade con facilità. A volte l’ambiente è descritto in modo tale da sembrare un fondale scenografico più che il luogo e il tempo in cui il personaggio dovrebbe essere immerso.
  • Personaggi: l’analisi dei personaggi è imprescindibile. L’editor deve comprendere se siano ben tratteggiati o invece stereotipati. Se vivano di vita propria o siano alter ego di chi scrive. Se i dialoghi siano reali, coerenti.
  • Coinvolgimento del lettore: l’editor valuta il grado di partecipazione di chi legge. Grazie a questo – unito alla motivazione dello scrittore, cioè l’aspetto di universalità della storia – stabilisce se il testo abbia le credenziali per essere proposto a un editore e quindi venir pubblicato.
  • Senza alcun dubbio, l’editor correggerà il testo da un punto di vista grammaticale, ortografico e sintattico. L’editor però non è un correttore di bozze (in alcuni casi unisce anche questa competenza) ma di tale professionità potrà avvalersi per completare l’analisi del testo.
  • Valutazione dello stile. Lo stile è ciò che caratterizza l’autore, lo rende riconoscibile al proprio pubblico. Come sappiamo è composto da vari elementi (utilizzo della punteggiatura, lessico, impianto narrativo, motivazione), l’editor deve lavorare con l’autore perché quest’ultimo trovi la sua vera voce stilistica.

Le correzione le apporta l’autore, sia chiaro: per quanto mi riguarda, nei vari giri di bozze, faccio in modo che sia l’autore ad apportare le correzioni segnalate. La scrittura è un mestiere artigianale, bisogna  praticarla molto per migliorare la propria espressività. Quando l’autore lavora sul testo e ragiona sulle correzioni il più delle volte inserisce anche altre modifiche, comprende aspetti che vanno oltre la pura e semplice segnalazione. Questa è una fase importantissima, basilare.  La presenza dell’editor fa la differenza, l’abbiamo detto: risolve le problematiche del testo che l’autore, troppo coinvolto, non vede. Il percorso di editing deve essere per l’autore una vera e propria scuola di apprendimento.

Come- diventare- editor- e- ghost writer-alessandra-perotti

Trovare un editor non significa trovare un esecutore di correzioni o un ricercatore di refusi. Così come non significa trovare chi esprimerà il proprio consenso se non ritiene che l’opera sia valida. Un bravo editor deve anche saper mostrare all’autore una situazione oggettiva ed essere valido supporto nel cammino di revisione.

Elementi da considerare prima di rivolgerti ad un editor

Prima di metterti a cercare e quindi trovare un editor che sia adatto a te dovresti fare una riflessione e valutare alcuni aspetti in modo da indirizzare la tua richiesta al professionista giusto. 

    1. Qual è la tua esperienza di scrittura? Devi farti questa domanda. Se sei un esordiente e pensi di avere ancora molto da imparare non puntare subito alla pubblicazione, affidati a un editor con l’obiettivo di migliorare la tua conoscenza delle tecniche di scrittura; l’editing ti aiuterà anche a individuare i tuoi punti di forza e i punti deboli su cui è necessario intervenire.
    2. Sei  autodidatta? Se non hai mai seguito corsi di scrittura e nessun ha mai valutato prima la tua attitudine, potresti cominciare chiedendo una scheda di valutazione, sulla base di quella deciderai se proseguire con l’editing o meno. Un editor onesto non lavora su un un libro se ritiene che non ci sia un vero margine di miglioramento.
    3. Conosci il tipo di servizi di editing di cui ha bisogno il tuo libro? L’ideale è che tu sappia se hai bisogno di una semplice revisione grammaticale o se, per esempio, siano i personaggi a non funzionare. 
    4. Quanto è complesso il tuo progetto? Anche questa è una valutazione da tener presente. Se hai scritto una storia con sviluppo cronologico di circa 120-150 pagine, senza ramificazioni di trama, puoi dire che il tuo progetto è semplice; diverso se stai lavorando a una trilogia ambientata nel basso medioevo con numerosi personaggi, scontri, vicende storiche e romanzate, intrecci. 
    5. Qual è la tua scadenza? Se hai già firmato il contratto con un editore che si è innamorato della sinossi e del primo capitolo ma ti ha suggerito di fare un editing: comunica all’editor che i tuoi tempi sono stretti. Devi far inserire nelle clausole contrattuali la tempistica che l’editor dovrà rispettare. 
    6. Avrai bisogno anche di sinossi, testo di quarta di copertina e lettera di presentazione all’editore? Verifica che l’editor ti possa fornire tutto questo.
    7. Ti servirà anche la consulenza sul contratto editoriale che un editore ti offrirà? Avere chi ti possa consigliare in questa fase è fondamentale, per cui fai la richiesta all’editor e chiedi che sia inserita nell’accordo che regola il vostro rapporto di lavoro.

Servizi editoriali forniti dall’editor

Siamo soliti identificare la figura dell’editor con il professionista che lavora sui romanzi. In realtà il campo in cui opera è molto vasto e di certo non riguarda solo la narrativa ma anche:

  • manualistica di vario tipo (dai manuali tecnici, scientifici e di vario genere). L’editor deve essere un tuttologo? No. Io non lo sono. Ma ho creato una rete di esperti a cui rivolgermi in base alle materie che affronto;
  • saggistica, altro genere per cui sono richieste le competenze dell’editor;
  • video e podcast: anche in questi campi ormai – che hanno avuto rapido sviluppo e crescita – ci si rivolge sempre più spesso all’editor. Questo è un ambito che amo molto e su cui mi sono specializzata. Sia nel trasformare un libro in audio sia nel dare al testo le caratteristiche per essere utilizzato in un video.

Per quanto riguarda il mio studio editoriale forniamo anche altri servizi:

  • correzione di bozze di articoli e di testi per siti web,
  • ghostwriting di libri o articoli,
  • realizzazione di ebook con caricamento su Amazon,
  • realizzazione impaginazione per caricamento libro su Amazon per stampa on demand,
  • impaginazione,
  • realizzazione grafica della cover,
  • realizzazione del libro cartaceo (nel caso si opti per auto pubblicazione) e assistenza alla stampa (dall’affidamento alla tipografia, alla realizzazione dei volumi, acquisizione isbn),
  • scrittura presentazione per uffici stampa e magazine,
  • grazie al team di collaboratori, possiamo fornire anche assistenza nella promozione social del testo, creazione di un sito o di una pagina dedicata,
  • assistenza Seo per ottimizzazione dei motori di ricerca (anche in questo caso avvalendoci di esperti del settore).

Fai una ricerca sull’esperienza dell’editor

Oggi abbiamo davvero tanti strumenti per fare ricerca, per cui puoi raccogliere informazioni sul professionista con cui intendi relazionarti. Magari anche confrontare tra loro più figure e vedere chi senti più affine a te o offra servizi di cui tu hai bisogno.

Vedi se scrive articoli, quali pensieri esprime: sono solo articoli di stampo tecnico o si preoccupa di altre importanti tematiche? Gestisce dei gruppi di lavoro online o no? Quali altre specializzazioni può vantare? Ci sono personaggi di autorevolezza riconosciuta che hanno espresso pareri positivi su questo o questa professionista a cui ti vorresti affidare? Anche il patrimonio video è molto importante: esiste un canale Youtube in cui l’editor comunica?

Non significa che un bravo editor debba per forza avere una comunicazione social ma è abbastanza importante per comprendere la sua professionalità.

Ho scritto un articolo in cui racconto, in modo chiaro, passo dopo passo, il mio percorso per diventare editor in modo che chi legge possa fare le proprie valutazioni sulla mia formazione e competenza: s’intitola Editor professionista, ti racconto il mio percorso.

Si presuppone che l’editor abbia una buona cultura di base, meglio se in possesso di una laurea. Non è tanto la laurea in sé ma gli studi universitari che portano a un ampliamento di orizzonte e senza dubbio all’acquisizione di un metodo più solido di lavoro sul testo. Come leggerai nell’articolo, io devo molto allo studio del greco e del latino che mi hanno formato a un’analisi del testo attenta e precisa. Gli studi universitari però (laurea in giurisprudenza) hanno ampliato la mia competenza, migliorando l’organizzazione e gestione del lavoro, non solo, rendendomi capace di curare gli aspetti contrattualistici che hanno un peso importante nella relazione tra autore e casa editrice.

L’editor dovrebbe conoscere bene il mercato editoriale e avere contatti con case editrici e agenti letterari. Non può essere fuori dal mercato editoriale che per un autore invece è basilare.

Se l’editor può vantare una rete di collaborazioni e contatti con esperti questo è un grande vantaggio per chi sceglie tale professionista.

Ho elaborato anche un vero e proprio Codice Deontologico che insegno ai corsi per diventare editor e ghostwriter. Ritengo fondamentale che l’editor abbia dei codici di comportamento improntati su valori come la trasparenza nel giudizio, l’onestà nel fornire una valutazione e una quotazione e, soprattutto, un profondo rispetto per gli autori e il loro lavoro.

Costo editing: quanto devi spendere?

Come abbiamo visto i servizi sono vari e vanno valutati di volta in volta in base alle richieste.

In genere l’editing viene valutato a pagina, si va da 1 a 15 euro a pagina in genere. Sì, è proprio così:  c’è chi vende la propria presunta professionalità a 1 euro a pagina. Tanto è bassa la considerazione del proprio e dell’altrui lavoro. Io credo che l’editor sia un professionista di alto livello, certo, quando ha formazione e competenza adeguate. Però diffidate di queste quotazioni, sono davvero una svalutazione, spesso uno specchietto per le allodole.

Io non valuto solo il costo a pagina, sì ne tengo conto ma non è l’elemento base. Per questo non elaboro mai una quotazione solo in base alla pagine, voglio vedere il testo o un estratto e rendermi conto del tipo di lavoro necessario, se ci sia tanto da fare da ogni punto di vista (grammatica, tenuta narrativa, personaggi) o basti una revisione grammaticale. Valutate bene quanto siete disposti a investire in base anche ai vostri obiettivi. Per me è importante superare le aspettative dell’autore e far sì che ritenga i propri soldi davvero spesi bene.  

Se hai scritto o devi scrivere un testo e pensi che un editor possa esserti di supporto, scrivimi. Valuteremo insieme le tue esigenze e una possibilità di collaborazione. Spero che tutto quello che hai letto e ho voluto comunicarti ti possa aver chiarito le idee ma se hai dei dubbi sarà un piacere affrontarli con te. Del resto, abbiamo in comune una grande passione: la scrittura.

 

 

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