esercizi di scrittura creativa

Mi racconti una storia? Una di quelle fiabe che incantano, confortano e magari conducono nel mondo meraviglioso dell’immaginazione e del sogno. Le fiabe hanno sempre esercitato e continuano a esercitare un fascino straordinario sull’immaginario dei più piccoli, ma non solo. Piacciono tanto anche a noi adulti, forse perché ci riportano proprio alla dimensione dell’infanzia.

Già, ma come scrivere una fiaba?

Ci avete mai provato? Vi siete cimentati con questo genere letterario?

 

Come scrivere una fiaba coinvolgente 

Quando pensiamo alla fiaba, il pensiero va a testi per bambini, ma, in realtà, lo schema che sta alla base di queste storie è comune a tutti quei racconti di avventura e fantasia che, come abbiamo detto, piacciono molto anche agli adulti, perché fanno leva su meccanismi universali, capaci di avvincere, coinvolgere e catturare l’interesse di ciascuno.

Non è un segreto che, quando i genitori o i nonni intrattengono figli o nipoti mediante il racconto o la lettura ad alta voce delle fiabe, i primi a trarre piacere da quest’azione sono proprio i narratori.

Così come è pure frequente che parecchi adulti, una volta diventati genitori, sentano il desiderio di inventare e scrivere fiabe dedicate ai propri bambini. Attraverso l’invenzione di una storia, infatti, si può dare libero sfogo all’immaginazione, ma anche esprimere una data visione del mondo, affrontare tematiche che ci stanno a cuore oppure comunicare valori che sarebbe molto più difficile e meno efficace spiegare in modo diretto, senza far ricorso alla finzione narrativa.

Fiabe e favole sono generi di racconti che non hanno tempo, sono sempre esistiti e sempre esisteranno.

 

Le origini della fiaba 

La fiaba affonda le radici nei racconti del folklore popolare, trasmessi in forma orale, magari la sera, attorno al fuoco, in presenza di un pubblico sia di bambini sia di adulti. Argomenti, personaggi e ambientazioni erano tratti dalla vita di tutti giorni e dalle credenze popolari tipiche delle comunità da cui queste narrazioni prendevano vita. 

Il che spiega come mai le fiabe raccontino spesso di re, principi e principesse, ma anche di persone comuni, umili e spesso poverissime. Gli stessi elementi magici e le creature fantastiche, sempre presenti in queste narrazioni, erano espressione della tradizione e della memoria collettiva di riferimento. 

Ogni area geografica possiede un proprio patrimonio fiabesco e non è possibile far risalire a una specifica parte del mondo l’origine del genere. È vero piuttosto che le fiabe, nate in luoghi e contesti culturali diversi, si sono di frequente mescolate tra loro, soprattutto grazie ai viaggi, alle migrazioni e agli incontri tra persone e culture differenti.

 

Le caratteristiche della fiaba 

Se vi state domandando come scrivere una fiaba, bisogna dedicare attenzione a quali siano gli elementi che la caratterizzano. Pur nascendo in ambiti geografici e sociali diversi, le fiabe si basano su schemi ricorrenti, tanto che si possono individuare alcune caratteristiche comuni.

  • La trama è piuttosto articolata.
  • Sono coinvolti parecchi personaggi.
  • Il tempo e spesso anche il luogo in cui viene collocata la vicenda sono indefiniti (C’era una volta, in un paese lontano, lontano…).
  • L’innesco e lo sviluppo della vicenda seguono l’iter del classico viaggio dell’eroe, in cui il/la protagonista, da una situazione routinaria iniziale, vede sovvertire la propria quotidianità da un evento o da un antagonista inaspettati. Ne seguirà la necessità di affrontare la sfida e di passare attraverso le immancabili prove pericolose prima di arrivare con successo alla fine. La posta in gioco non sarà, però, il ritorno alla vita e alla condizione di partenza, ma l’acquisizione di un ruolo e una consapevolezza nuovi, che implicano quasi sempre anche un riscatto dall’originaria posizione sociale, nonché la punizione dei cattivi.
  • La magia, sotto forma di talismani, oggetti o creature dotate di poteri particolari (maghi, fate, streghe, gnomi, folletti e simili) ricorre con facilità ed è parte integrante del mondo in cui viene collocata la vicenda.

 Personaggi ricorrenti e archetipi

Il linguista e antropologo russo Vladimir Propp (1895-1970) si dedicò a lungo allo studio delle fiabe e ne teorizzò schemi e personaggi. Individuò una serie di archetipi ricorrenti, quelli che poi sono stati raccolti nelle famose Carte di Propp utilizzate spesso, ancora oggi, nelle scuole primarie o nei giochi educativi per creare fiabe con i bambini. Dello stesso autore ricordo il testo Morfologia della fiaba.

I personaggi tipici sono i seguenti:

– l’eroe o protagonista,

– l’antieroe o antagonista,

– l’aiutante magico dell’eroe (fata, mago, elfo ecc.),

– la principessa e il re,

– il mandante dell’eroe, che lo spinge all’azione,

– il donatore di un oggetto magico,

– il falso eroe, che usa l’inganno per usurpare il posto dell’eroe.

A questi si possono unire tutta una serie di figure e animali fantastici come draghi, centauri, chimere, ma anche giganti, orchi e mostri di ogni tipo: il mondo di Harry Potter insegna.

Confrontando le caratteristiche strutturali delle fiabe, descritte appena sopra, e i personaggi che in esse ricorrono spesso, è facile ravvisare parecchie analogie con tutte le storie, a prescindere dal genere narrativo di appartenenza. L’ossatura dei racconti popolari contiene già in sé tutti quegli elementi che poi la tradizione letteraria ha codificato e inserito nelle opere che sono giunte fino a noi e che ancora oggi vengono scritte.

 

Le fiabe più famose

Le fiabe più famose sono ascrivibili ad autori quali Charles Perrault, i fratelli Grimm e Hans Christian Andersen e i titoli sono universalmente conosciuti; sto parlando di Cappuccetto Rosso, Cenerentola, Biancaneve e i sette nani, Hänsel e Gretel, I vestiti nuovi dell’imperatore, La sirenetta, La Bella e la Bestia, ma se ne potrebbero citare anche tante altre. E sì, la Disney ha attinto a piene mani dal bacino della tradizione fiabesca.

Credo che tutte le fiabe, quelle vecchie e quelle nuove, possano contribuire a educare la mente. La fiaba è il luogo di tutte le ipotesi.

Gianni Rodari

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Differenza tra fiaba e favola 

Sono spesso confuse tra loro e i due termini usati impropriamente come sinonimi, ma fiabe e favole sono diverse per origine, sviluppo e finalità.

La fiaba è già stata analizzata; a quanto detto finora occorre solo aggiungere che la storia raccontata nelle fiabe può risultare edificante, ma non è questo l’intento originario e neppure il presupposto principale. 

La favola, invece, nasce proprio con l’intenzione di indicare una morale e la storia è costruita intorno a questo obiettivo.

Le origini delle favole non sono popolari, ma letterarie: se ne ha testimonianza già nel mondo assiro-babilonese e sumero. 

Tuttavia, l’autore che ha reso celebre questo genere di racconti, e il cui nome salta subito in mente quando si parla di favole, è senz’altro Esopo, autore greco vissuto nel VI secolo a.C.

A lui, qualche secolo più tardi (si parla del primo secolo d.C.) si rifece Fedro che traslò il patrimonio favolistico del mondo greco in quello romano, lasciandoci le sue versioni di favole esopiche in latino.

In epoca più moderna, uno dei più illustri favolisti è senz’altro il francese Jean de La Fontaine (1621-1695) e, in tempi recentissimi, il nostro caro Gianni Rodari

 

Cambiano i personaggi 

Ma a livello di struttura e impianto narrativo, quali sono le differenze tra fiabe e favole?

Quella più evidente riguarda senz’altro i personaggi. Mentre nelle fiabe gli esseri umani sono sempre presenti, nelle favole i protagonisti indiscussi sono gli animali a cui, però, vengono attribuiti vizi e virtù umane.

Il motivo è molto semplice: parlare in maniera diretta dei difetti tipici delle persone potrebbe sortire l’effetto di alienarsene la simpatia, mentre ribaltando il discorso sul mondo animale si genera quella sorta di distacco in grado, non solo, di non offendere nessuno, ma di strappare addirittura il sorriso e la complicità del lettore. 

Lo dobbiamo agli stereotipi delle favole se, ancora oggi, al coniglio associamo la paura, alla volpe l’astuzia, all’oca la dabbenaggine, al pavone la vanità, all’asino la cocciutaggine, giusto per fare qualche esempio.

Infine, la trama: nelle favole gli intrecci sono molto più esili rispetto alle fiabe, quasi lineari, e i personaggi non sono mai troppi.

Tra le favole più famose ce ne sono alcune che sono diventate quasi proverbiali, per esempio: La volpe e l’uva, La cicala e la formica, Il topo di campagna e il topo di città, La lepre e la tartaruga, Il lupo e l’agnello e chissà quante altre ne sono venute in mente anche a voi, specie se al tempo del liceo vi è toccato, come a me, di tradurle dal greco e dal latino.

 

Come scrivere una fiaba per bambini

Alla luce di quanto detto finora, gli ingredienti per poter scrivere ancora oggi una fiaba per bambini ci sono tutti. 

L’importante, se si sceglie di farlo, è di calare il racconto nel contesto attuale, tenendo presente quale sia l’immaginario a cui sono abituati i bambini di oggi e quali le tematiche che stanno loro più a cuore. 

Dopo di che il viaggio dell’eroe può fungere da guida e i personaggi di riferimento piacciono ancora. La magia, poi, non passa mai di moda ed esercita sempre un fascino straordinario sulla fantasia dei più piccoli.

Un discorso a parte merita il linguaggio, perché le fiabe tradizionali, quelle che magari ci sono state lette o raccontate durante la nostra infanzia, non possono costituire il modello di riferimento. Il linguaggio, nel frattempo, è molto cambiato e la letteratura per l’infanzia, forse più di ogni altra, ha subito una trasformazione incredibile negli ultimi decenni. Ne ho parlato anche in un altro mio articolo, intitolato Scrivere un libro per ragazzi: ecco da dove partire.

Ti suggerisco anche un corso online, condotto dall’autrice Paola Gaiani, prodotto da Accademia di Scrittura: Scrivere per bambini e ragazzi. Si tratta di un percorso che potrai seguire da casa, quando vorrai perché le lezioni sono registrate.

Il consiglio, quindi, è quello di tenere buoni i personaggi e la struttura delle fiabe, aggiornando però la forma narrativa ed espressiva, ascoltando come parlano i bambini di oggi e stando sempre attenti a quali siano le novità editoriali del settore.

Come sempre l’aggiornamento, anche quando l’intenzione è quella di scrivere una fiaba, è il segreto per dare vita a un testo che può sperare di essere preso in considerazione.

Ancora un suggerimento: leggete fiabe a chi amate perché è uno dei più bei doni che possiate fare.

 

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