
Scrivere un giallo: gli ingredienti base
Leggere un giallo è pratica da appassionati, ma se la domanda è come scrivere un giallo la questione non è così semplice, anzi. Se poi si pensa a un testo che sia davvero misterioso e avvincente, che coinvolga il lettore, la faccenda richiede il massimo impegno. In particolare perché il giallo è un genere che vanta una lunga tradizione in tutto il mondo. I lettori sono esigenti, si aspettano misteri intricati, colpi di scena e personaggi indimenticabili. Scrivere un buon giallo è una sfida e richiede abilità narrative, pianificazione e sì, diciamolo, un tocco di ingegno.
A proposito, sapete perché il giallo si chiama così? Molti di voi lo sapranno di certo, in ogni caso questa denominazione deriva dal fatto che le copertine della serie di libri polizieschi pubblicati in Italia da Mondadori a partire dal 1929 erano gialle. Tutto qui.
Quali sono però gli ingredienti di un giallo coinvolgente e incalzante, intriso di tensione e sorprese?
La costruzione di un enigma convincente
Penso che potreste dirlo tutti: il cuore del giallo è la domanda su cui verte tutta la storia e cioè chi è il colpevole e come ha fatto a colpire. Infatti, non è tanto domandarsi come scrivere un giallo, ma come ideare un buon enigma perché la fortuna del genere letterario in questione risiede proprio qui: un mistero che affascina i lettori e li spinge a cercare la soluzione insieme al protagonista. L’enigma dovrebbe essere ben definito e suscitare domande interessanti, ma, attenzione, bisogna evitare di svelare troppi dettagli fin dall’inizio. La suspense e l’interesse del lettore sono alimentati dall’ansia di scoprire la verità. Devo dire che anni fa non amavo molto i gialli ma poi, dovendomi documentare sempre di più per lavoro (molti esordienti scrivono gialli), mi sono appassionata.
Personaggi veri e ben costruiti
Un altro elemento cruciale per un giallo coinvolgente sono i personaggi. Assicurarsi che chi ha il ruolo di protagonista sia carismatico o carismatica e dotato di difetti umani, rendendolo realistico e accessibile al lettore. Anche i personaggi secondari dovrebbero essere ben sviluppati e avere un posto significativo nella trama. Ogni personaggio potrebbe potenzialmente essere coinvolto nel mistero, quindi renderli tutti sospetti aumenterà la tensione e nella letteratura di genere abbiamo tanti esempi, vero? Che cosa vi viene in mente? A me Assassinio sull‘Orient Express, tanto per dirne uno.
Pianificazione e struttura
Una trama di giallo richiede una pianificazione meticolosa. Dovreste avere un’idea chiara dell’arco della storia, dei colpi di scena principali e della risoluzione del mistero. La suspense dovrebbe crescere progressivamente, alimentando la curiosità del lettore e spingendolo a girare pagina dopo pagina. Utilizzate una struttura ben definita per mantenere la storia organizzata e comprensibile. Non pensate neppure per un momento di trascurare questo aspetto, la storia non potrebbe reggere.
Indizi e false piste
Gli indizi sono la linfa vitale di un giallo. Essi guidano il lettore e il protagonista verso la soluzione del mistero. Gli indizi dovrebbero essere presentati con discrezione e alcune false piste potrebbero essere inserite per confondere il lettore e mantenere viva la suspense. Assicuratevi che alla fine tutti gli indizi abbiano un senso e si colleghino logicamente alla risoluzione del caso.
Risoluzione e colpo di scena finale
La risoluzione del mistero è il momento cruciale in cui tutto viene spiegato e tutti gli indizi trovano il loro significato. La soluzione dovrebbe essere inaspettata ma plausibile, evitando di deludere i lettori con un finale poco credibile. Un colpo di scena finale ben congegnato può aggiungere un ulteriore livello di eccitazione e sorpresa, lasciando nelmlettore una buona impressione e quindi un buon ricordo.
Stile di scrittura e voce
Il giallo richiede uno stile di scrittura chiaro e coinvolgente. La voce narrativa dovrebbe essere adeguata al tono della storia e al carattere del protagonista. L’uso di descrizioni evocative e dialoghi ben scritti aiuta a mantenere vivo l’interesse del lettore.
A onore del vero però non posso fermarmi qui, diciamo che ho semplificato molto l’analisi del giallo. Dovremmo anche citare alcuni nomi che hanno elaborato una serie di regole che caratterizzerebbero il genere giallo. Conoscete il decalogo di Knox?
Il decalogo di Knox
Knox era un teologo e scrittore britannico, elaborò queste regole nel 1929 (quindi non dimentichiamo che, insomma, sono anche un po’ datate e legate a quegli anni); si parla infatti del Decalogo di Knox ed è un insieme di regole pubblicate nell’introduzione della raccolta The Best Detective Stories of 1928-29. L’obiettivo è un vademecum che autori di gialli e polizieschi dovrebbero tenere presente in modo che il lettore possa svelare il mistero e arrivare alla soluzione. Bisogna citare anche l’idea di Knox – ma non solo sua – che il giallo fosse una sorte di gioco tra chi scriveva e chi leggeva.
Ma vediamo il famoso decalogo.
- Il colpevole dev’essere un personaggio che compare nella storia fin dall’inizio; il lettore non deve poter seguire nel corso della storia i pensieri del colpevole.
- Tutti gli interventi soprannaturali o paranormali sono esclusi dalla storia.
- Al massimo è consentita solo una stanza segreta o un passaggio segreto.
- Non possono essere impiegati veleni sconosciuti; inoltre non può essere impiegato uno strumento per il quale occorra una lunga spiegazione scientifica alla fine della storia.
- Non ci dev’essere nessun personaggio cinese nella storia.
- Nessun evento casuale dev’essere di aiuto all’investigatore, né egli può avere un’inspiegabile intuizione che alla fine si dimostra esatta.
- L’investigatore non può essere il colpevole.
- L’investigatore non può scoprire alcun indizio che non sia istantaneamente presentato anche al lettore.
- L’amico stupido dell’investigatore, il suo “dottor Watson” (ndr: ma Watson non era stupido!) non deve nascondere alcun pensiero che gli passa per la testa: la sua intelligenza dev’essere impalpabile, al di sotto di quella del lettore medio.
- Non ci devono essere né fratelli gemelli né sosia, a meno che non siano stati presentati correttamente fin dall’inizio della storia.
Le venti regole di S.S. Van Dine
Oltre al decalogo di Knox, quando si parla di giallo e poliziesco, non si può non citare S.S. Van Dine e le sue Twenty Rules for Writing Detective Stories contenute in un articolo apparso per la prima volta, nel 1928, su The American Magazine. Il testo è poi arrivato in Italia nel 1976.
Le venti regole le trovate anche elencate su Wikipedia, ve le riassumo qui per comodità.
- Il lettore deve avere le stesse possibilità del detective di risolvere il mistero. Indizi e tracce devono essere chiari.
- Non devono essere esercitati sul lettore altri sotterfugi e inganni oltre quelli che legittimamente il criminale mette in opera contro lo stesso investigatore.
- Non ci dev’essere una storia d’amore troppo interessante.
- Né l’investigatore né alcun altro dei poliziotti ufficiali deve mai risultare colpevole.
- Il colpevole dev’essere scoperto attraverso logiche deduzioni: non per caso, o coincidenza, o non motivata confessione.
- In un romanzo poliziesco ci dev’essere un detective, e un detective non è tale se non indaga e deduce.
- Ci dev’essere almeno un morto in un romanzo poliziesco e più il morto è morto, meglio è. Nessun delitto minore dell’assassinio è sufficiente. Trecento pagine sono troppe per una colpa minore. Il dispendio di energie del lettore dev’essere remunerato!
- Il problema del delitto deve essere risolto con metodi strettamente naturalistici. Apprendere la verità per mezzo di scritture medianiche, sedute spiritiche, la lettura del pensiero, suggestione e magie, è assolutamente proibito.
- Ci deve essere nel romanzo un detective, un solo “deduttore”, un solo deus ex machina.
- Il colpevole deve essere una persona che ha avuto una parte più o meno importante nella storia.
- I servitori non devono essere, in genere, scelti come colpevoli: si prestano a soluzioni troppo facili. Il colpevole deve essere decisamente una persona di fiducia, uno di cui non si dovrebbe mai sospettare.
- Nel romanzo deve esserci un solo colpevole, al di là del numero degli assassinii.
- Società segrete, associazioni a delinquere et similia non trovano posto in un vero romanzo poliziesco.
- I metodi del delinquente e i sistemi di indagine devono essere razionali e scientifici. Vanno cioè senz’altro escluse la pseudo-scienza e le astuzie puramente fantastiche, alla maniera di Jules Verne.
- La soluzione del problema deve essere sempre evidente, ammesso che vi sia un lettore sufficientemente astuto per vederla subito. Se il lettore, dopo aver raggiunto il capitolo finale e la spiegazione, ripercorre il libro a ritroso, deve constatare che in un certo senso la soluzione stava davanti ai suoi occhi fin dall’inizio, che tutti gli indizi designavano il colpevole e che, se fosse stato acuto come il detective, avrebbe potuto risolvere il mistero da sé, senza leggere il libro sino alla fine. Il che – inutile dirlo – capita spesso al lettore ricco d’istruzione.
- Un romanzo poliziesco non deve contenere descrizioni troppo diffuse, pezzi di bravura letteraria, analisi psicologiche troppo insistenti, presentazioni di “atmosfera”.
- Un delinquente di professione non deve mai essere preso come colpevole in un romanzo poliziesco.
- Il delitto, in un romanzo poliziesco, non deve mai essere avvenuto per accidente: né deve scoprirsi che si tratta di suicidio. Terminare una odissea di indagini con una soluzione così irrisoria significa truffare bellamente il fiducioso e gentile lettore.
- I delitti nei romanzi polizieschi devono essere provocati da motivi puramente personali. Congiure internazionali ecc. appartengono a un altro genere narrativo.
- Ed ecco infine, per concludere degnamente questo “credo”, una serie di espedienti che nessuno scrittore poliziesco che si rispetti vorrà più impiegare; perché già troppo usati e ormai familiari a ogni amatore di libri polizieschi. Valersene ancora è come confessare inettitudine e mancanza di originalità:
- scoprire il colpevole grazie al confronto di un mozzicone di sigaretta lasciata sul luogo del delitto con le sigarette fumate da uno dei sospettati;
- il trucco della seduta spiritica contraffatta che atterrisca il colpevole e lo induca a tradirsi;
- impronte digitali falsificate;
- alibi creato grazie a un fantoccio;
- cane che non abbaia e quindi rivela il fatto che il colpevole è uno della famiglia;
- il colpevole è un gemello, oppure un parente sosia di una persona sospetta, ma innocente;
- siringhe ipodermiche e bevande soporifere;
- delitto commesso in una stanza chiusa, dopo che la polizia vi ha già fatto il suo ingresso;
- associazioni di parole che rivelano la colpa;
- alfabeti convenzionali che il detective decifra.
Si tratta di regole molto interessanti e importanti, ma non dobbiamo dimenticare che vanno sempre collocate nel proprio tempo. Il giallo si è molto evoluto, pensiamo soltanto che oggi potrebbe avere anche un elemento in più da introdurre nello sviluppo narrativo, l’intelligenza artificiale. Ma non solo.
Scrivendo questo articolo ho anche pensato di fornire una bibliografia base per chi volesse approfondire la lettura di gialli; ho dato spazio alla produzione italiana, statunitense e inglese (inutile dire che sono maestri del genere) e poi ho aggiunto un elenco di produzione giapponese. Perché? Perché mi piace molto come narrano il giallo gli autori giapponesi e spero possiate apprezzarli.
L’enigma dovrebbe essere ben definito e suscitare domande interessanti, ma, attenzione, bisogna evitare di svelare troppi dettagli fin dall’inizio. La suspense e l’interesse del lettore sono alimentati dall’ansia di scoprire la verità.
Libri gialli di autori italiani
In Italia, ci sono molti autori del genere del giallo che hanno raggiunto riconoscimenti internazionali. Ecco alcuni – e solo alcuni – degli autori di giallo italiani più famosi:
Andrea Camilleri: celebre per la sua serie di romanzi incentrati sul personaggio del commissario Montalbano, ambientati in Sicilia. I suoi libri sono stati tradotti in molte lingue e hanno goduto di un vasto successo sia in Italia che all’estero.
Gianrico Carofiglio: magistrato di professione, Carofiglio ha scritto diversi romanzi di successo nel genere del giallo, spesso con protagonisti avvocati o giudici. Ricordiamo per esempio Testimone inconsapevole, la prima indagine dell’avvocato Guerrieri.
Maurizio de Giovanni: conosciuto per la serie del commissario Ricciardi nella Napoli degli anni ’30, ricordiamo Il senso del dolore. L’inverno del commissario Ricciardi
Sandrone Dazieri: autore di thriller e gialli, è noto per la serie di romanzi con protagonisti Dante Torre e Colomba Caselli, Attenti al gorilla è il primo che inaugura la serie.
Valerio Varesi: i suoi romanzi si concentrano sul commissario Soneri, che risolve casi misteriosi nella regione dell’Emilia-Romagna. Anche lui, come buona parte dei giallisti, vanta un’ampia produzione, tra i primi della serie Bersaglio, l’oblio.
Massimo Carlotto: autore di noir e romanzi gialli, è noto per la serie di libri incentrati sul personaggio di Marco Buratti, detto “l’Alligatore”, cito La verità dell’Alligatore, primo della serie.
Antonio Manzini: scrittore e attore, ha creato la serie di libri con protagonista il vicequestore Rocco Schiavone, ambientati nelle montagne italiane. Molto conosciuto anche perché dai suoi libri è stata tratta una serie televisiva. Nel giugno 2023 è uscito il diciottesimo della serie dal titolo ELP.
Carlo Lucarelli: scrittore, sceneggiatore e conduttore televisivo, fumettista. Dal 1999 al 2009 ha condotto la trasmissione Blu notte – Misteri italiani. Per Einaudi ha pubblicato la serie di romanzi con protagonista l’Ispettrice Grazia Negro, Lupo Mannaro, Almost Blue (1996), dal quale è tratto l’omonimo film.
Giancarlo De Cataldo: Conosciuto per il volume Romanzo criminale, che è stato anche adattato in un film e in una serie televisiva.
Donna Leon: sebbene sia di nazionalità statunitense, Donna Leon è una scrittrice che ha scelto di ambientare le sue opere a Venezia, ed è molto popolare in Italia. La sua serie di romanzi gialli segue le indagini del commissario Guido Brunetti. La conoscete?
Questi sono solo alcuni degli autori di giallo italiani più famosi, ma ci sono molti altri scrittori talentuosi nel genere che vale la pena esplorare.
Gli indizi sono la linfa vitale di un giallo. Essi guidano il lettore e il protagonista verso la soluzione del mistero. Gli indizi dovrebbero essere presentati con discrezione e alcune false piste potrebbero essere inserite per confondere il lettore e mantenere viva la suspense.
Libri gialli di autori americani e inglesi
Negli Stati Uniti e nel Regno Unito, ci sono molti autori famosi nel genere del giallo, anzi direi che li possiamo davvero considerare maestri. Ecco alcuni dei più famosi.
Autori americani
Un trio conosciuto in tutto il mondo.
- Agatha Christie: anche se era di origine britannica, Agatha Christie è stata un’autrice straordinariamente popolare negli Stati Uniti e in tutto il mondo. Le sue opere, che includono i famosi personaggi di Hercule Poirot e Miss Marple, hanno avuto un impatto significativo sul genere del giallo.
- Raymond Chandler: è considerato uno dei maestri del romanzo hard-boiled. Le sue opere, come Il grande sonno e Addio, mia amata, hanno contribuito a definire il genere del noir americano.
- Dashiell Hammett: altro autore fondamentale nel genere hard-boiled, Hammett è noto per i suoi romanzi con protagonisti Sam Spade e l’investigatore privato Continental Op.
Autori inglesi
- Arthur Conan Doyle: l’autore britannico è universalmente noto per i suoi racconti gialli incentrati sul celebre detective Sherlock Holmes e il suo fedele amico, il dottor Watson.
- P.D. James: una delle grandi autrici di gialli del XX secolo, Phyllis Dorothy James, nota con lo pseudonimo P.D. James, è diventata celebre per i suoi romanzi investigativi, inclusi quelli con il detective Adam Dalgliesh.
- Ruth Rendell: considerata una delle maestre del giallo psicologico, Ruth Rendell ha scritto romanzi ricchi di suspense e profondità psicologica, spesso pubblicati anche sotto lo pseudonimo di Barbara Vine.
Questi autori hanno lasciato un’impronta duratura nel genere del giallo e hanno influenzato generazioni di scrittori successivi. Le loro opere continuano a essere lette e apprezzate da lettori di tutto il mondo.
Una trama di giallo richiede una pianificazione meticolosa. Dovreste avere un’idea chiara dell’arco della storia, dei colpi di scena principali e della risoluzione del mistero. La suspense dovrebbe crescere progressivamente, alimentando la curiosità del lettore e spingendolo a girare pagina dopo pagina.
Libri gialli di autori giapponesi
In Giappone, la tradizione del romanzo giallo – noto anche come “mystery” o “crime fiction” – è molto be radicata. Ecco alcuni dei più famosi autori di giallo giapponesi. Lo confesso, non li ho letti tutti, ma devo dire che sempre di più mi appassionano.
Keigo Higashino: considerato uno dei grandi autori di mystery in Giappone, Higashino è noto per i suoi romanzi pieni di colpi di scena. Ricordiamo Il sospettato X e L’impeccabile.
Natsuo Kirino: un’autrice che spesso esplora i lati oscuri della società giapponese.
Seicho Matsumoto: considerato uno dei padri del romanzo giallo giapponese, Matsumoto ha scritto numerosi romanzi di successo, uno degli ultimi pubblicati in Italia è stato Il dubbio.
Yukito Ayatsuji: conosciuto per il suo romanzo di debutto, Another, Ayatsuji è un autore di mystery e horror che ha conquistato un vasto seguito di fan.
Miyuki Miyabe: spazia dal giallo all’horror, è nota per i suoi romanzi intricati e ricchi di emozioni. Opere come Brave Story e Crossfire hanno ottenuto grande successo. Io ho apprezzato molto Ico. Il castello delle nebbie.
Edogawa Rampo (pseudonimo di Tarō Hirai): uno degli autori di mystery più famosi del periodo precedente alla seconda Guerra Mondiale, Edogawa Rampo ha creato il celebre detective Kogoro Akechi. Cito La strana storia dell’isola Panorama in cui, a mio avviso (ma non solo mio) viene fuori tutta la sua maestria.
Soji Shimada: conosciuto come il “re del mistero”, è noto per i suoi romanzi di enigmi.
Fuminori Nakamura: autore contemporaneo di romanzi noir, i suoi lavori sono spesso oscuri e ricchi di atmosfera. Forse non è tra le sue opere più famose, ma cito Tokyo Noir.
Questi autori hanno contribuito a plasmare e arricchire il genere del giallo giapponese, attirando un vasto pubblico di lettori sia nel loro Paese che all’estero. Le loro storie avvincenti e originali continuano a essere amate dai fan del genere in tutto il mondo. E tra questi mi ci metto anch’io.
Alla domanda come scrivere un giallo la risposta contenuta in questo articolo non sarà esaustiva, certo, ma ci sono già indicazioni basilari di procedura e di lettura che non devono essere trascurate. Bisogna sapere che è richiesta dedizione, pianificazione e creatività. L’abilità nel costruire un enigma coinvolgente, nel creare personaggi realistici e nella gestione degli indizi è essenziale per catturare l’attenzione del lettore e tenerlo incollato alla storia fino all’ultimo colpo di scena.
Con una solida struttura narrativa e una scrittura accattivante, si può creare un mistero letterario che si spera diventi indimenticabile. Credo non si debba dimenticare che il giallo, come abbiamo visto, è un genere di grandi maestri e quindi importanti opere. Va tenuto presente e occorre anche studiare un po’ prima di cimentarsi. Ma le strade sono aperte e aspettiamo nuovi autori e autrici.
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