
Scrivere per guarire è possibile
Scrivere per guarire è un’affermazione azzardata? Potrebbe sembrarlo visto che la scrittura non è una medicina nel vero senso del termine e alla medicina non può certo sostituirsi. Ma è uno strumento di supporto in tanti momenti della nostra vita.
Il termine terapeutico deriva dall’aggettivo greco ϑεραπευτικός, terapeuticos, derivante, a sua volta, dal verbo ϑεραπεύω, terapeuo, che significa curare. Sono innumerevoli le modalità attraverso cui ci prendiamo cura di noi stessi, alleviamo le fatiche, i dolori, i pesi del vivere quotidiano.
Da anni mi occupo di questo tipo di scrittura, l’ho sperimentata su di me e ho seguito e seguo tante persone. Prima di me, altri grandi autori e studiosi hanno dimostrato quanto scrivere possa essere momento e pratica di sollievo e di sostegno sia nelle fasi confuse o dolorose dell’esistenza. Ho raccolto gli studi, le esperienze e tanti suggerimenti pratici (esercizi e sollecitazioni) nel mio libro “Scrivere per guarire. Manuale di scrittura terapeutica“, edito da Editrice Bibliografica. In questo libro ho ripercorso la storia della scrittura terapeutica, le diverse tipologie, le modalità attraverso cui praticarla e ho raccolto numerose testimonianze. Scrivere questo testo, pagina dopo pagina, è stato come compiere un viaggio incredibile dentro e fuori di me.
Sperimentazione personale
Ricordo un periodo molto difficile della mia vita in cui mi sembrava che nulla più avesse senso. Tanti anni fa.
Mi sono affidata alla scrittura perché scrivendo mi allontanavo dalla mente e dai suoi inganni e mi concentravo sul dare un senso ai pensieri. Sul foglio ponevo molto domande: perché sto così? Quali sono le cause del mio malessere? Che cosa posso fare per uscire da questa situazione?
Giorno dopo giorno, parola dopo parola iniziavo a stare meglio, a vedere tutto con maggire lucidità.
Così come, anni dopo, la scrittura della mia autobiografia ha rappresentato un’altra grande e importante svolta. Anzi, la svolta. Nel libro dedico molto spazio alla scrittura autobiografica suggerendo i passi necessari per strutturare una narrazione di questo tipo. Scrivere la propria storia è una scelta importante che prima di tutto rende onore alla nostra vita e, altro aspetto non secondario, ci offre una visione da un punto di vista differente. In questo modo, comprendiamo meglio noi stessi e gli altri. Molti accadimenti ci appaiono sotto una luce diversa e, spesso, acquistano un senso.
Scrittura come terapia
Più volte, in numerosi testi, Duccio Demetrio, Fondatore della Libera Università dell’Autobiografia, ha sottolineato il valore della scrittura come cura, nel senso di prendersi cura della propria storia. Quello che conta è comprendere quanto una pratica così semplice e alla portata di tutti possa apportare benessere a ciascuno di noi. Forse la parola terapia ci fa un po’ paura. Terapeutico è ciò che aiuta e fa bene. Nessuno con un minimo di buon senso consiglierebbe mai di curare patologie conclamate con la scrittura ma ci sono anni e anni di studi che mostrano quanto scrivere possa lleviare i disagi. Pennebaker, a cui dobbiamo gli studi sulla scrittura espressiva come forma di cura, nel suo libro Il potere della scrittura mostra come scrivere di un disagio ci faccia prendere le distanze dal disagio stesso; molti disturbi psicosomatici e depressioni definite di media intensità possano trovare giovamento dalla scrittura. Importanti sono anche i risultati della medicina narrativa. Narrative Medicine. Honoring the Stories of Illness di Rita Charon, uscito negli Stati Uniti nel 2006 e in Italia nel 2019 con il titolo Medicina Narrativa. Onorare le storie dei pazienti.
“La cura inizia – scrive Rita Charon – quando i pazienti parlano dei sintomi o della paura di essere malati, prima con se stessi, poi con i propri cari, infine con i professionisti della salute. La sofferenza non deve essere espressa solo nel trattamento dei traumi ma anche nella medicina di tutti i giorni. Le storie pubblicate dai pazienti, o patografie, lo mostrano bene: la malattia si manifesta nel corpo, nelle relazioni, nel Sé. È necessario raccontare il dolore per sottrarsi al suo dominio”.
Scrivere per stare bene: sì, ma come?
Ci sono molte modalità di scrittura terapeutica, tutto sta nel trovare quella che senti più congeniale a te e alle tue necessità espressive. Ecco alcuni suggerimenti. Ti rimando in ogni caso al mio libro “Scrivere per guarire” se vuoi approfondire la pratica con una serie di esercizi utili.
- Inizia in modo semplice: annota il tuo stato d’animo, giorno per giorno, come pratica di alleggerimento mentale. Registra come stai. Questa scrittura la puoi praticare senza aver bisogno di particolari guide.
- Prova a cimentarti con il diario, puoi scrivere il diario dei pensieri e delle emozioni. Oppure un vero e proprio diario cronologico di ciò che ti accade.
- Quando hai bisogno di fare un’analisi di te, di porre le basi per un cambiamento puoi cimentarti anche con le lettere in particolare con la lettera a se stessi. Le lettere rappresentano una modalità molto efficace di scrittura terapeutica anche nell’ambito delle relazioni.
- Ci sono ferme di scrittura molto profonde che sono precedute da un momento di introspezione, raccoglimento, meditazione. Riservati uno spazio per te, ritrova calma, osserva quello che passa nella tua mente e come ti senti. Poi scrivi.
- E se te la senti fai un passo oltre e prova a scrivere la tua storia, a intraprendere un vero e proprio percorso autobiografico.
Ti consiglio di leggere un articolo di approfondimento: Esercizi di scrittura terapeutica per ritrovare benessere.
Gli esercizi di scrittura terapeutica dovrebbe essere un’abitudine quotidiana o comunque frequente per tutti coloro che desiderano entrare in contatto con se stessi per potersi comprendere, per superare blocchi, per intraprendere un cammino di consapevolezza di sé.

Come coltivare un’abitudine quotidiana
La scrittura è considerata anche una forma di meditazione per la capacità di condurci in profondità. Scrivere calma la mente, permette di dare forma e nome ai pensieri portando chiarezza di visione.
Se è così importante come potremmo fare per farla diventare un’abitudine quotidiana?
- Scegli un tempo: prova ad individuare un’ora al giorno (ma anche meno) da dedicare alla scrittura. Magari il mattino presto o la sera prima di dormire.
- Scegli un luogo: un luogo che sia tuo o almeno in cui tu possa scrivere indisturbato. Non dico la stanza tutta per sé di Virgina Woolf o la camera studio di Emily Dickinson ma un angolo in cui tu possa sentirti in pace e tranquillità.
- Scegli gli strumenti: questa è una scrittura che andrebbe praticata a mano per cui scegli un bel quaderno, diario o agenda e una penna o una matita che ti consentano di scrivere senza sforzo. Io uso la penna stilografica proprio per questo. Però se senti di trovarti più a tuo agio scrivendo al pc, va bene. Ciò che conta è che tu ti possa dedicare questa parentesi tutta per te.
Nel mio libro “Scrivere per guarire” trovi la routine di una settimana della scrittura terapeutica così puoi metterti alla prova. Di che cosa si tratta? Ecco che cosa suggerisco il lunedì:
Scrittura mattutina
Introducete la scrittura con un’annotazione sul tempo atmosferico, osservate il cielo o il panorama dalla vostra finestra. Descrivete il vostro stato d’animo e perché, secondo voi, vi sentite così.
Scrittura pomeridiana
Prendete nota di una frase o una parola che avete sentito e vi ha colpito o che non volete dimenticare. Oppure descrivete un pensiero che è passato nella vostra mente dal momento del risveglio fino all’esercizio di scrittura. Precisate che tipo di sensazioni ha generato in voi quel pensiero.
Scrittura serale
Com’è andata la giornata? Che cosa pensate sia accaduto oggi d’importante o degno di essere ricordato?
Scrittura terapeutica: i benefici
Scrivere per guarire significa affidarsi alla scrittura come percorso di supporto, di conforto, di compagnia costante. La scrittura è un rifugio in cui possiamo isolarci quando ne abbiamo bisogno ma, come ho detto tante volte, è anche un ponte che ci guida nel mondo e all’incontro con gli altri.
Se vuoi davvero approfondire questo argomento ti consiglio di leggere Scrittura terapeutica, che cosa significa e perché funziona.
Vediamo però insieme alcuni dei principali benefici della scrittura terapeutica.
- La scrittura è una forma di autoanalisi. Non sostituisce le sedute dall’analista, quando sono consigliate e necessarie, ma permette – come del resto molti psicoterapeuti sostengono – di essere un utile supporto per terapie in atto. Ci sono situazioni invece in cui la scrittura ci aiuta in caso di piccoli o medi malesseri. Accade quando abbiamo bisogno di spazio-pensiero, di riflessione, quando avvertiamo la necessità di portare chiarezza o anche solo confessare qualcosa che ci pesa.
- Scrivendo si genera un effetto di “rinascita” proprio perché portiamo sempre più consapevolezza nella nostra vita.
- Scrivere ci permette di arrivare in profondità, è una delle vie attraverso cui raggiungiamo la nostra memoria involontaria, il nostro inconscio.
- La scrittura ci porta comprensione di ciò che non è sempre subito percepibile nel quotidiano, aprendo porte inimmaginabili e lasciandoci guardare oltre.
- La scrittura è popolare e democratica: scrivere è semplice, non richiede l’utilizzo di mezzi o strumenti particolari.
- La scrittura rende onore alla memoria. Scrivere di ciò che è accaduto significa salvarne la memoria.
- Scrivere ci permette di creare un quadro d’insieme di tanti frammenti che vagano sparsi nella nostra mente, spesso confusi o disordinati, non chiari o definiti.
- La scrittura è strumento di educazione. Auspico davvero – e in molti casi già avviene – che la scrittura di sé, il diario, le lettere siano portati nelle scuole a partire dalle primarie, in modo che i bambini sentano come naturale conoscersi attraverso la scrittura, descriversi, trovare le parole per esprimere, compatibilmente con l’età, il proprio sentire.
Scrittura autobiografica
Sostengo sempre che tutti dovrebbero, prima o poi, sperimentare la scrittura autobiografica. Cioè scrivere di sé, narrare la propria storia o almeno quella parte di storia che sentiamo l’esigenza di scandagliare. Ti garantisco che si tratta di un’esperienza unica. Puoi seguire anche uno dei percorsi della Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari per specializzarti o approfondire vari aspetti di questa scrittura.
Ti consiglio di leggere Scrittura autobiografica, quanto fa bene scrivere di sé.
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Scrivere per stare bene? Racconta la tua gioia
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Cara Alessandra, ti leggo sempre con tanto interesse e con passione perché tu sai bene quale ruolo importante è stata – e lo è – la scrittura per me. Non passa giorno senza che io metta nero su bianco un pensiero, un ricordo, una riflessione, a volte – spesso direi – qualcosa che mi ha fatto ridere. Ebbene la vita è un po’ come essere sulle montagne russe, ora si tocca il cielo con un dito e, in men che non si dica, succede qualcosa che ci fa sprofondare fino a sentirci deboli e inadeguati. Ho sempre tenuto un diario cronologico dove appuntare il buono e il cattivo tempo, senza andare troppo in esplorazione dei motivi che mi facevano stare ora bene, ora male. Oggi, però, scopro che il memoir è la soluzione di un momento di basso tono. L’ho scoperto proprio in questi giorni, sabato sera per l’esattezza, mentre ero in macchina e, guidando senza aver voglia di ascoltare la radio. Pensavo al perché di certe cose che mi accadono. La mia ricerca del perché per ogni cosa ammetto sia spesso esagerata, mai però, ho sentito il bisogno di scriverla. Ebbene, il gesto dello scrivere a mano la mia riflessione mi ha condotta ad uno stato di calma che non avevo mai propvato prima e, di conseguenza, al risollevamento del morale. Sabato sera ho fatto una scelta importante, difficile ma importante. So che potrebbe scendere il mio livello di tono, ed è questa la mia difficoltà, ma so anche di avere tra le mani un’arma efficace per farlo risalire al massimo livello.
Grazie di cuore.
E’ bello sapere che ci sono persone che utilizzano la scrittura per guardarsi dentro. Vorrei tanto sedermi davanti a un caffè con queste persone, anche una sola, per confrontarmi con loro/lei. Sono piena di parole
Sì la scrittura è strumento meraviglioso per conoscere se stessi. Scrivi tutte le tue parole, non perderle.
Affidarsi alla scrittura Marinella ci prepara a grandi restituzioni, spesso impensate. Ci fa essere più centrati, lucidi e anche coerenti.