
Writing coaching: che cosa significa davvero e quali contenuti definiscono questa attività? Perché oggi ne parliamo così tanto e solo cinque o sei anni fa si sentiva davvero poco nominare? In quale tipologia di professionisti rientra il writer coach e di che cosa si occupa nello specifico?
Il writing coaching, diciamolo subito, rientra nel campo molto più vasto del coaching e rappresenta una specializzazione come molte altre che si sono ormai radicate nella nostra società fino a essere identificate come vere e proprie professioni autonome.
Writer coach e coaching: lo sviluppo della pratica
Il termine coach deriva dall’inglese e significa allenatore, trainer, motivatore (definizioni che le stesse scuole di coach utilizzano oggi) ma significa anche carrozza, mezzo di trasporto: quindi entrano in gioco due concetti, quello di allenamento (attraverso pratica, azioni, esercizi, performance) e quello di accompagnamento, guida, sostegno, presenza.
Il coaching non nasce da un giorno all’altro, non è un’invenzione che dal mattino alla sera inizia a diffondersi. No, anzi, ha radici ben sviluppate che partono da un diverso approccio pedagogico e psicologico: pensiamo all’opera di Maria Montessori e al suo modo di guardare all’educazione del bambino o alle intuizioni di Carl Rogers, il padre del counseling.
Nel coaching e nella sua evoluzione vanno citati personaggi importanti come Tim Gallway e Sir John Withmore. Il primo è un maestro di tennis che inizia a ragionare sul potenziale insito negli sportivi (e in ciascuno di noi) e scrive un libro basilare come The Inner Game of Tennis, il titolo della pubblicazione in italiano è Il gioco interiore del tennis. Come usare la mente per raggiungere l’eccellenza comprendendo e trasmettendo come sia importante lavorare sul potenziale e sulla comprensione di ciò che limita il potenziale stesso.
Withmore, invece, permette al coaching di diventare un metodo da esportare nel mondo professionale, nelle aziende. Withmore elabora uno dei metodi più usati nella formazione, quello del GROW (Goal, Reality, Options, What), di lui bisognerebbe leggere Coaching. Come risvegliare il potenziale umano nella vita professionale e personale.
Non si possono tacere, nel percorso dell’evoluzione del coaching, altri due nomi. Martin Seligman fondatore, negli anni Novanta, della psicologia positiva. Di Seligman merita senza dubbio una lettura il testo Fai fiorire la tua vita. Una nuova, rivoluzionaria visione della felicità e del benessere. Seligman comunque ha scritto tanto e tutta la sua bibliografia è interessante. E poi va citato Abraham Maslow (conosciuto per la celebre piramide dei bisogni umani) altra importante voce che porta l’attenzione sulle necessità proprie di ogni persona e che non possono esaurirsi in quelle basilari e fisiologiche.
Se volete approfondire questi argomenti, vi consiglio la lettura del testo L’essenza del coaching di Alessandro Pannitti e Franco Rossi, una panoramica precisa, chiara ed esaustiva del processo di coaching (attenzione però, non basta la lettura di un testo per comprendere un processo come questo, occorre pratica, confronto, sperimentazione). Consiglio anche la lettura di Il manuale del coach di Robert Dilts.
Con tutte le diffidenze che accompagnano ogni nuova professionalità, il coaching si afferma in Italia a partire dagli anni Settanta e da allora c’è stata una grande evoluzione, per fortuna anche nell’ambito normativo. Dicevo la diffidenza; certo, ha riguardato e ancora riguarda purtroppo sia il coaching che il counseling, senza tenere conto delle innumerevoli testimonianze di persone che ne hanno tratto enorme beneficio, e questa è l’unica variante che dovrebbe fare la differenza.
Writing Coaching: definizione e normativa
Le definizioni del caching sono diverse anche se tutte si riportano a principi comuni.
Sul sito dell’Associazione Italiana Coach Professionisti troviamo questa definizione “il Coaching è un metodo di sviluppo personale e organizzativo che si basa sulla relazione di fiducia tra Coach e Cliente (Coachee) al fine di valorizzare e allenare le potenzialità del Cliente o dell’organizzazione per il raggiungimento di obiettivi definiti.”
Troviamo anche questa precisazione: “Il Coaching è prima di tutto una filosofia di vita basata sul rispetto della persona, sulla convinzione che le potenzialità di ognuno, così come la fiducia, la speranza, la determinazione, possono essere allenate.” Potenzialità, fiducia, speranza, determinazione: se non sono valori questi.
Nel sito della Federazione Italiana Coach leggiamo: “il Coaching professionale è un rapporto di partnership che si stabilisce tra coach e cliente con lo scopo di aiutare quest’ultimo a ottenere risultati ottimali in ambito sia lavorativo sia personale”.
Come vediamo, lo scopo ultimo è sempre poter supportare una persona perché lasci emergere il proprio potenziale, i talenti e realizzi se stessa e le aspirazioni che si porta dentro.
Tipologie di coaching: legge n. 4 del 2013 e norma UNI
Ci sono poi due passaggi normativi molto importanti nell’ambito del coaching:
la legge n. 4 del 2013 in materia di professioni non organizzate entro cui rientra appunto il coaching;
la Norma UNI 11601 del 2015 (UNI è l’ente di normazione italiano) indica i requisiti per la fornitura di servizi di coaching “in modo da guidare i fornitori di tali servizi; favorire la scelta informata e consapevole da parte degli utilizzatori dei servizi di coaching (individui, gruppi, organizzazioni profit e non-profit)”. La norma UNI non definisce nello specifico le competenze dei coach professionisti, mentre definisce le tipologie di coaching più diffuse:
- Business: servizio di coaching la cui finalità è valorizzare e potenziare le competenze di persone più direttamente implicate nei risultati di business, in piani di start up, nella gestione di piccole e medie imprese (Imprenditori, General Management, Responsabili di Business Unit, Area Commerciale, Account, liberi professionisti, ecc.).
- Career: servizio di coaching la cui finalità è accelerare lo sviluppo professionale e/o di carriera della persona, valorizzando e potenziando le competenze.
- Corporate: servizio di coaching la cui finalità è valorizzare e potenziare persone o ruoli sui quali l’organizzazione decide di investire (middle management, persone chiave, talenti, ecc.).
- Executive: servizio di coaching la cui finalità è valorizzare e potenziare persone con responsabilità di direzione (Amministratore delegato, Direttore generale, Direttori, ecc.).
- Life: servizio di coaching la cui finalità è facilitare le persone a elaborare programmi concreti di autosviluppo ed autoefficacia verificabili attraverso obiettivi concreti; può essere utilizzato in ogni aspetto della vita privata delle persone. In particolare, in momenti di cambiamento o di passaggio attraverso le diverse fasi della vita.
- Parent: servizio di coaching la cui finalità è riconoscere e sviluppare le competenze genitoriali.
- Performance: servizio di coaching la cui finalità è migliorare le prestazioni nel contesto di riferimento.
- Sport: servizio di coaching la cui finalità è migliorare la prestazione sportiva; il coach assiste lo staff tecnico e gli atleti, individualmente o in gruppo, nella giusta preparazione mentale ad affrontare nelle migliori condizioni il momento della prestazione sportiva.
- Targeted: servizio di coaching la cui finalità è sviluppare competenze specifiche e comportamenti ad esse coerenti.
- Teen: servizio di coaching la cui finalità è supportare gli adolescenti nella conoscenza di sé, delle proprie potenzialità, delle proprie capacità e della propria vocazione al futuro, sia in ambito privato che scolastico.
Manca la definizione di mental coach e anche quella di writing coach. Quindi, che riflessione scaturisce? Perché mancano? Forse perché lo sviluppo è molto recente, forse perché chi deve normare non ha completa conoscenza di quello che si sta muovendo. Mi auguro che si completi presto questa normativa visto che i servizi del writer coach sono sempre più richiesti.
Il writing coaching unisce in sé due grandi dimensioni: quella del coaching e quella della scrittura per donare a chi scrive e vuole farlo al meglio tutto il supporto possibile.

Writer coach, caratteristiche: il diploma e la certificazione
Dopo aver trattato le definizioni e la normativa che riguardano il writing coaching comprendiamo come la figura del writer coach non possa prescindere in alcun modo da quella del coach. Nel momento in cui questi due termini si accostano si entra in un terreno tanto utile e affascinante quanto delicato.
Personalmente, penso di svolgere la professione di writer coach e di life coach (nell’ambito della scrittura terapeutica e autobiografica, ma anche nella funzione di supporto agli scrittori nel loro percorso che va dalla stesura di un testo alla pubblicazione) da più di vent’anni. Come me credo ci siano altri professionisti. Mi riferisco all’empatia, alla capacità di ascolto e accoglienza, all’essere di supporto.
Per questo però ho sentito a un certo punto anche il dovere di confrontarmi con una vera formazione (sì, avevo già fatto altri percorsi accademici nello stesso ambito, ma non di rilievo) che mi permettesse di comprendere un processo che in realtà avevo già applicato ma di cui non conoscevo tutti i passaggi, non l’avevo mai inserito in un processo codificato, quello che poi fa la differenza. Mi sono diplomata con la scuola Incoaching, il il primo corso in Italia ad aver ottenuto contemporaneamente i seguenti riconoscimenti:
ICF* : INCOACHING® è “Level 1 ICF Accredited Coaching Education Provider” e il percorso formativo Professional Coaching Program soddisfa gli standard per l’accreditamento a LIVELLO 1 di ICF – International Coaching Federation.
AICP* Riconosciuto dalla Associazione Italiana Coach Professionisti come percorso formativo specifico in Coaching di 100 ore complessive. Entrambe le Associazioni di Coaching sono iscritte nell’elenco del Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) ex legge n. 4/2013
Il diploma e poi, per chi desidera proseguire, la certificazione sono fondanti, per due motivi su tutti:
- conferiscono vera competenza, cultura e conoscenza di un processo e di un metodo che anche se è già nelle tue corde e magari lo pratichi puoi definire e approfondire,
- mettono una linea di demarcazione tra tante improvvisazioni che purtroppo vediamo riguardo alla professione.
Intendiamoci: non penso e non penserò mai che un diploma e una certificazione facciano di una persona in automatico un grande coach; così come posso dire di conoscere persone, formatori, mentori che donano valore incredibile alle persone senza una certificazione così come la intende la nostra normativa.
Starà poi a ciascuno di noi, in coscienza, scegliere la via che ritiene più opportuna e unire, a questa pratica, ulteriore studio e tante ore di esperienza.
Writing coaching e allenamento
Se ci concentriamo sull’aspetto dell’allenatore, possiamo domandarci: che cosa allena il coach?
La consapevolezza, prima di tutto; la motivazione ad agire. Come lo fa? Attraverso un processo maieutico che ci arriva da Socrate: “Arte consistente nel mettere in grado l’allievo mediante il dialogo, di acquisire progressiva consapevolezza della verità che è dentro di lui.” Il dialogo e la domanda in particolare sono le vie attraverso cui si snodano le sessioni di coaching. Con, a monte, l’importante definizione di un obiettivo e una conseguente azione da intraprendere.
Nel processo di coaching l’azione, la presa in carico di un impegno, un atto, un esercizio è fondamentale ed è il coachee che li determina su sollecitazione del coach. A quest’ultimo spetta il compito di portare il cliente ad assumersi un impegno concreto, con modalità e tempi ben definiti dal cliente stesso.
Nel writing coaching, l’azione – sempre decisa dal cliente nei modi e nei tempi, ma modi e tempi ricordiamolo vanno dichiarati e precisati – è imprescindibile. Può consistere in prove, esercizi sia basati sulla scrittura (come sarebbe ovvio) sia con la sperimentazione di altre tecniche. Per esempio, spesso ho suggerito (mai dato come compito, mai imposto, ovvio) sperimentazioni di tipo teatrale, artistico che sono state sempre ben accolte; in tanti altri casi, la scrittura è stata lo strumento utile che ha portato allo sblocco di molti autori e scrittori.
Writing coaching e i 4 principi della relazione
Nel coaching non c’è giudizio, la relazione si basa su quattro principi fondamentali: accoglienza, ascolto, alleanza, autenticità.
Valgono anche nel campo del writing coaching.
Il writer coach accoglie il cliente – autori, scrittori, professionisti, content creator, copy writer, responsabili uffici stampa, team aziendali – senza alcun preconcetto. Per un editor è diverso invece, perché l’editor valuta la scrittura, il suo grado stilistico. Nella veste di coach, non c’è valutazione di nessun tipo.
Poi c’è l’ascolto e qui si applica a pieno il principio basilare del coaching in cui appunto la persona può raccontarsi ed esprimersi in pieno kairos, tempo prezioso, di qualità. Certo il coach non dimentica mai anche il kronos ma sa gestirlo in modo saggio.
Alleanza: ecco che il writer coach mostra le sue doti di allenatore, motivatore. Il coachee sa che lui c’è, che può contare su qualcuno che saprà sostenerlo e aiutarlo a prendere consapevolezza di sé con gli strumenti che ha a disposizione.
Autenticità: il writer coach deve essere autentico, deve essere formato, preparato, muoversi in trasparenza e non imporre mai la propria visione della situazione ma aiutare il coachee a far emergere la propria.
Accoglienza, Ascolto, Alleanza, Autenticità: i quattro principi e valori della relazione convivono nel writing coaching.

Ma perché serve un writer coach?
Perché è necessario parlare di writer coach, non basta un coach? Mi hanno posto questa domanda in più occasioni.
In tanti casi basterebbe un coach, un life o un performance coach, certo. Ma la differenza c’è. Chi conosce le dinamiche della scrittura, del processo creativo che conduce all’elaborazione di un testo può essere di supporto in maniera più empatica.
Chi gestisce un ruolo nel business, deve fondare una start up, per esempio, può avere bisogno di un supporto – di un coach – che sia però anche competente di certe dinamiche, ecco quindi che ci si rivolge a un business o a un career coach. Le aziende per i loro team cercano coach che conoscano i ruoli e le dinamiche aziendali.
La scrittura è un processo creativo con delle proprie particolarità e difficoltà. Conoscerle è un plus. Non solo. Se il writer coach conosce i meccanismi del mondo editoriale (da cui derivano oggi tante frustrazioni) saprà supportare al meglio perché avrà una comprensione più profonda della situazione. Si presuppone che un writer coach conosca anche, per esempio, come si struttura una storia, un romanzo perché i blocchi maggiori si ritrovano in questo ambito: arenarsi nella fase di progettazione e scrittura dell’accadimento, per un business coach vuol dire poco, per un writer coach la situazione è super importante. Il writer coach interviene anche quando c’è necessità di definire il proprio stile, le proprie caratteristiche di autori: guida anche in questo caso alla presa di consapevolezza.
Certo, il coach meno sa, meglio è, si potrebbe obiettare. In effetti, a volte, il fatto di non conoscere troppo, rende più liberi, vero. Ma allora bisognerebbe spiegare tante specifiche professionali. Oggi si parla anche di spiritual coach e io credo che sia un bene potersi rivolgere a una figura di questo tipo. Uno spiritual coach saprà essere una guida diversa rispetto a un teen coach che si occupa di problematiche adolescenziali, no? Oppure, pensiamo ai coach che lavorano in ambito sportivo: un coach che segue calciatori o nuotatori non deve essere per forza un calciatore o un nuotatore, ma almeno una conoscenza del gioco, delle regole e dei ruoli può aiutare. In questi ultimi tempi, molti campioni (vincitori di titoli olimpici) hanno riaffermato l’importanza di avere un mental coach. Forse, nel loro caso, un writing coach non sarebbe stato utile allo stesso modo.
Chi vuole fare un percorso di writing coaching, che cosa si aspetta?
Di che cosa ha bisogno chi si rivolge a un writer coach? O meglio, in quali situazioni potrebbe essere utile rivolgersi a un writer coach?
Ne ho parlato, in maniera approfondita anche in un altro articolo Writer coach la guida completa per il trainer della scrittura che contiene parte della mia tesi presentata per il diploma di coaching. Ma vale la pena ricordarlo:
- blocco dell’ispirazione, quello che si chiama blocco dello scrittore e che spesso dipende da cause meno evidenti di quelle che si adducono,
- mancanza di motivazione a proseguire negli impegni e nella passione di scrittura,
- frustrazione dovuta alla tempistica: capita a molti autori e scrittori che scrivono dovendo rispettare un contratto già firmato,
- bisogno di riorganizzarsi superando la confusione, necessità di prendere consapevolezza della qualità del proprio lavoro,
- necessità di ritrovare entusiasmo,
- bassa considerazione di sé come autore,
- rifiuto da parte dell’editore o casi in cui si è subita una truffa editoriale,
- rapporto con il pubblico dei lettori,
- necessità di un supporto per lo sblocco di un progetto o di una storia che si sta scrivendo.
Diciamo che questi sono gli aspetti principali. In questi ultimi tempi mi capita di seguire molto sia autori arenati con la propria opera sia autori che hanno subito truffe editoriali, purtroppo sempre più diffuse.
In ogni caso, le persone trovano conforto nell’avere di fronte chi ama come loro la scrittura, ne comprende meccanismo e motivazioni. Nello stesso tempo, il writer coach ha, o dovrebbe avere, quella capacità di collocarsi di fianco e di diventare una guida. Al di là di tutto, nel tempo, dopo aver incontrato tante persone e gruppi, mi sono resa conto che ci sono aspetti che contano davvero: la volontà di comprendere, la coscienza di avere di fronte un essere umano con le sue conflittualità, paure, difficoltà. Cercare di essere un vero supporto, senza giudizio, senza ego, credo sia l’unica strada da intraprendere. Con amore, insomma.
SEI IN UNA FASE DI BLOCCO DELLA SCRITTURA? HAI BISOGNO DI RITROVARE MOTIVAZIONE ED ENTUSIASMO? VUOI RAGGIUNGERE MAGGIORE CONSAPEVOLEZZA DEL TUO STILE E DEI TUOI PROGETTI DI SCRITTURA?
Ti invito a visionare la mia pagina dedicata al writing coaching o a scrivermi alla mia email info@alessandraperotti.com
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