
Infodump: che cos’è?
Quando scrivi e vuoi fare un salto di qualità nel senso che decidi di fare una revisione attenta del tuo libro, per poterlo pubblicare, devi avere consapevolezza delle numerose trappole in cui potresti cadere perché conoscerle significa evitarle. Come editor posso dire che riscontro in tanti testi il problema dell’infodump.
L’infodump in realtà non ha solo un lato oscuro perché è una tecnica di scrittura attraverso cui l’autore fornisce al lettore una quantità significativa di informazioni; possiamo riscontrarla, in particolare, in testi di stampo accademico, scientifico, ma anche biografico. In narrativa non dovrebbe essere usata senza accorgimento perché rappresenta una trappola insidiosa, soprattutto in passaggi relativi alle descrizioni ambientali, alla storia o ai personaggi. Certo, ci sono informazioni fondamentali per la comprensione del contesto o degli eventi futuri, ma la loro presentazione sbagliata può rischiare di appesantire il testo e allontanare il lettore. L’infodump, per essere brutali, consiste in una valanga di informazioni che buttiamo addosso a chi legge senza che sia necessario perché, per lo più, si tratta di informazioni inutili nell’ambito in cui ci si sta muovendo e anche per la comprensione della storia.
La prima domanda che ti devi porre è se sia davvero utile o meno passare quell’informazione e dilungarsi.
L’infodump si riconosce anche perché ha la caratteristiche di contravvenire a una delle regole basilari del buon scrivere narrativo e cioè del “show don’t tell”: mostra invece di raccontare.
Infodump: casistica
L’infodump come tecnica narrativa può avere una sua funzione ed è necessaria in diversi contesti. Ciò che fa la differenza è come viene gestito e che tipo di informazioni si passano ai lettori.
Introduzione del mondo e dell’ambientazione
Quando si scrive un genere di fantasia o di fantascienza, può essere necessario introdurre il lettore in un mondo nuovo, con regole, culture e scenari unici. Bisogna stabilire il contesto e far immergere chi legge nell’ambientazione senza lasciare spazio a malintesi. Il rischio però è di inserire una descrizione prolissa, troppo dettagliata con una serie di elementi del tutto inutili. In questi casi la voce narrante – a peggiorare le cose – è la voce esterna onnisciente, così si toglie personalizzazione e si rende più pesante e noiosa la lettura.
Non cadono in questa trappola né Tolkien né la Rowling.
Ne Il Signore degli Anelli di J.R.R. Tolkien, l’autore utilizza l’infodump per presentare la storia dell’Anello e del mondo di Mezzo ma lo fa attraverso il racconto di Gandalf ai membri della Compagnia dell’Anello. Questo approccio è vivo, personalizzato e permette ai lettori di comprendere l’importanza dell’Anello senza compromettere l’azione.
In Harry Potter e la Pietra Filosofale di J.K. Rowling, viene utilizzato l’infodump per introdurre il lettore al mondo della magia. Anche lei sceglie un personaggio (diciamo che la Rowling ha ben presente la lezione di Tolkien a cui si è, senza dubbio, ispirata), Hagrid, per spiegare le diverse case di Hogwarts, l’organizzazione del mondo magico e i concetti fondamentali attorno a cui è costruita la storia.
Background dei personaggi
I personaggi hanno un passato anche se non è sempre necessario che venga narrato nella sua interezza. Senza dubbio, conoscere il passato dei personaggi può aiutare il lettore a comprendere meglio le loro azioni e motivazioni. Ecco che l’infodump può essere utilizzato per rivelare dettagli importanti sulla vita passata dei protagonisti, consentendo al lettore di stabilire un legame più profondo con loro.
Si dimentica spesso, in questi casi, la funzione del dialogo. Attraverso i dialoghi tra due o più personaggi può essere inserita la narrazione della storia passata del protagonista o di altri. In questo modo il racconto sarà più movimentato e vivace, più semplice da seguire. Il dialogo permette di inserire domande e dovrebbe spingere a un’esposizione dei fatti essenziale. Il dialogo non deve essere un pretesto in cui alla prima battuta-domanda segue un monologo di pagine e pagine, così cadremmo nella trappola dell’infodump.
Eventi storici o mitologici
In racconti che trattano eventi storici o mitologici, è necessario spiegare proprio il contesto storico e culturale in cui si svolgono gli eventi del racconto. Questo aiuta a evitare confusione e fornisce una base realistica. Anche in questo caso possono essere utilizzati diversi espedienti narrativi: il dialogo si presta meno, certo, ma si possono sempre affidare a un personaggio determinati racconti o per esempio, soprattutto per quanto riguarda una leggenda, una narrazione della mitologia, può essere ritrovato un antico documento, una fonte, una mappa.
Spiegazione di concetti complessi
In generi come la scienza fiction o il thriller tecnologico, potrebbero emergere concetti complessi tipo tecnologie futuristiche o principi scientifici. Devo dire, basandomi sulla mia esperienza di editor, che questi generi letterari corrono un gran rischio perché la tentazione è quella di partire a razzo a raccontare una tecnologia anche con dovizia di particolari che stancherebbe chi legge.
In Blade Runner, l’autore, Philip K. Dick, utilizza l’infodump per spiegare i concetti di androidi e organizzazioni governative. L’autore incorpora dialoghi naturali tra i personaggi per condividere informazioni cruciali senza interrompere il ritmo della narrazione e quindi tenendosi alla larga dall’eventuale trappola che l’infodump può rappresentare.
Seleziona solo le informazioni essenziali per la comprensione del lettore. Evita di sovraccaricare il testo con dettagli superflui. Può sembrare pedante ma per ogni elemento e informazioni che introduci devi porti la domanda: serve al lettore?

Evitare l’infodump: accorgimenti
Ma come si possono passare le informazioni utili, soddisfare il lettore senza soffocarlo o annoiarlo? Ci sono degli accorgimenti che è bene che tu tenga presente quando ci si muove in ambito narrativo.
Distribuisci le informazioni
Non dare tutte le informazioni in una sola volta ma distribuiscile in piccole dosi, legandole in modo organico alle azioni dei personaggi o agli eventi della storia.
Utilizza conversazioni tra i personaggi
Come ho detto, il dialogo è un’ottima scelta per condividere informazioni. Questo rende l’esposizione più naturale e coinvolgente.
Mostra, non dire
Cerca di incorporare le informazioni attraverso l’azione e la descrizione, anziché spiegarle direttamente. Questo rende l’esperienza di lettura più immersiva.
Ti faccio un esempio:
opzione 1
“Ellen era una donna molto coraggiosa, non ci stava a pensare se qualcosa non le garbava; era stata educata in un collegio militare in Carinzia. Da lì, infatti, proveniva una sua zia, forse anche da lei aveva preso quel carattere che non ammetteva troppe repliche e soprattutto la capacità di reagire a ogni offesa. Come quella mattina in cui Robert si permise di apostrofarla in maniera poco gentile…”.
opzione 2
– Wow, che bella ragazzona – Le disse Robert.
– Wow, che bello schiaffone – Rispose Ellen mollandogli una sberla che non si sarebbe dimenticato.
Mi sembra chiaro che l’opzione 2 è quella che rende meglio che tipo sia Ellen. Non trovi?
Priorità alle necessità
Seleziona solo le informazioni essenziali per la comprensione del lettore. Evita di sovraccaricare il testo con dettagli superflui. Può sembrare pedante ma per ogni elemento e informazione che introduci devi porti la domanda: serve al lettore?
L’infodump è uno strumento di per sé potente che può arricchire la tua scrittura e coinvolgere chi legge, ma solo se utilizzato con attenzione e maestria. Padroneggiare l’arte di bilanciare informazioni e coinvolgimento richiede pratica. Analizza testi di grandi autori e vedi come vengono passate le informazioni. Non dimeticare che l’obiettivo è far trascorrere del tempo di qualità a chi sceglierà di leggerti.
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