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Sinossi: significato
Hai concluso il tuo libro, hai messo la parola fine al testo su cui hai sudato, gioito, imprecato, lavorato per mesi.
E adesso? Come scrivere la sinossi di un libro: del tuo libro?
Adesso se vuoi proporlo a un editore perché ne valuti la pubblicazione devi riprendere in mano la penna e scrivere la sinossi.
Sì, ma esattamente che cos’è la sinossi? Quando si ha un dubbio sul significato preciso delle parole ricorrere alla loro etimologia è sempre una buona idea. Sinossi deriva dal greco sỳnopsis che significa “sguardo d’insieme”, composto da syn insieme e òpsis vista. La sinossi allora è lo sguardo d’insieme sul vostro libro, in una parola: il riassunto.
Da non confondere con la quarta di copertina
Non va confusa con il testo di quarta di copertina che ha un’altra finalità, quella di invogliare alla lettura del libro, e altri destinatari, il lettore finale.
La sinossi invece serve a raccogliere tutti gli elementi utili per dare un’identità al vostro testo: l’idea da cui è partito, la storia che l’ha sviluppata – a meno che non si tratti di un manuale o di un saggio – i personaggi, la trama, il finale. Ebbene sì, nella sinossi bisogna raccontare anche come va a finire la storia, perché la sinossi non è fatta per strizzare l’occhio a qualcuno, ma per spiegare a chi la deve valutare tutti i passaggi di un testo, finale compreso.

Sinossi deriva dal greco sỳnopsis che significa “sguardo d’insieme”, composto da syn insieme e òpsis vista. La sinossi allora è lo sguardo d’insieme sul vostro libro, in una parola: il riassunto.
Sinossi: esempio concreto
Fare un riassunto non è un’operazione banale e neanche così facile come sembra. Bisogna essere capaci, prima di tutto, di cogliere i tratti salienti del libro che vogliamo presentare, disporli in ordine logico, esporli con chiarezza, essere concisi. In una parola creare una sintesi di cui, non a caso, si dice di dover possedere il dono.
Un consiglio: siate onesti. La sinossi non è una recensione, non viene scritta per lanciare un libro sul mercato, ma per convincere chi su quel libro dovrebbe investire che vale la pena prenderlo in considerazione, perché funziona. E cos’è che fa funzionare un libro? Torniamo ai consigli di scrittura che ne costituiscono i pilastri: una buona idea di partenza, una bella storia, un modo coerente di raccontarla, personaggi ben costruiti, un’ambientazione realistica, uno stile scorrevole e corretto.
Se invece avete scritto un manuale bisognerà che la sinossi ne presenti la tesi, la struttura, la finalità.
Esaltare l’eccezionalità del proprio libro o un’originalità di stile e contenuti che non trova eguali nel panorama letterario mondiale non serve a chi sta leggendo la vostra sinossi, anzi, non aiuta e potrebbe risultare addirittura controproducente.
Quanto deve essere lunga?
A volte è lo stesso editore o agente letterario che stabilisce la lunghezza massima delle sinossi che intende prendere in esame, altre volte invece non ci sono indicazioni. Ricordate che la brevità è sempre apprezzata, non superate le due cartelle di testo.
Quando si partecipa ai concorsi, per esempio, può essere richiesta una lunghezza specifica, mi è capitato di vedere richieste 600-800 battute circa.
La sinossi è un biglietto da visita importante
Non sottovalutate la stesura della sinossi: è il primo approccio che chi legge ha con voi in quanto scrittori. Un biglietto da visita importante che rivela molto sul carattere della vostra penna.
Deve essere corretta, non contenere errori di ortografia, sintassi o di battitura, piacevole da leggere, semplice.
Ripeto spesso che non esistono storie banali, ma modi banali di raccontarle, nella sinossi allora cercate di far emergere la vostra personalità narrativa, spiegate il punto di vista con cui è stato costruito il testo, il modo in cui ne avete strutturato l’impianto: è lì che risiede la vostra originalità, la vostra storia.
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