
Vuoi essere un self-publisher o affidarti all’ editoria tradizionale? Hai terminato la tua opera e ora devi affrontare la questione; ma forse già da tempo ti vai domandando se scegliere la via dell’ auto pubblicazione o tentare di rivolgerti a un editore che ti garantisca un marchio editoriale. La questione deve essere analizzata con cura, ponderando vantaggi e svantaggi di ciascuna scelta.
Self-publisher: che cosa significa?
Self-publisher significa essere editori in proprio, fare auto pubblicazione, self-publishing per intenderci: una forma di editoria indipendente che negli ultimi anni si è molto diffusa anche nel nostro Paese. All’estero, e soprattutto nei paesi anglosassoni come Stati Uniti e Regno Unito, il self-publishing rappresenta da anni una valida alternativa all’editoria tradizionale. È un modo efficace per auto pubblicarsi, per diventare editori di se stessi, occupandosi di tutto quanto riguardi la propria opera: stesura, impaginazione, distribuzione, prezzo e le altre attività correlate. È un canale molto diverso rispetto all’editoria tradizionale; per anni, sul mercato italiano, ha pagato lo scotto di apparire come l’opzione B da perseguire quando la via classica di pubblicazione non appare perseguibile.
La situazione in Italia
Negli ultimi tempi le cose sono molto cambiate in Italia e l’auto pubblicazione ha acquisito maggiore forza e considerazione. Se, da una parte, ci sono ancora autori che scelgono questa via perché si sono visti rifiutare l’opera dagli editori tradizionali, dall’altra, stanno aumentando gli scrittori che scelgono il self-publishing come prima opzione: un libro auto pubblicato, se realizzato nelle modalità e per gli obiettivi giusti, può dare molte soddisfazioni. E in alcuni casi può anche essere il primo step per arrivare all’editoria tradizionale.
Pubblicare con i grandi editori o comunque con editori tradizionali rimane la scelta d’elezione per molti autori, perché conferisce maggior prestigio, permette di diffondere le opere in modo capillare anche nei punti vendita fisici. Non richiede in via di principio all’autore nessuno sforzo operativo oltre a quello di scrivere l’opera e cedere i propri diritti d’autore. Chi sceglie di essere un self-publisher mantiene il controllo sui diritti e su tutti i processi che portano alla vendita del libro: può scegliere di seguirli autonomamente o affidarli a professionisti, mantenendo la libertà di decidere ogni passaggio. E, aspetto non banale, può pubblicare la propria opera in tempi brevi dal completamento del libro, contro i meno celeri passaggi richiesti dall’editoria tradizionale.
Esistono anche scrittori che scelgono le due modalità di editoria a seconda del tipo di opera che hanno prodotto e del pubblico che vogliono raggiungere. La questione è tutta qui: scegliere una o l’altra modalità dipende dalle possibilità ma ancor di più dai vostri obiettivi.
I dati
Il mercato dell’auto pubblicazione in Italia non si può paragonare a quello degli Stati Uniti, dove il numero di titoli pubblicati in self-publishing è il triplo rispetto ai titoli pubblicati dagli editori tradizionali. Neppure possiamo fare paragoni con il mercato inglese che vanta autori di successo, come E.L. James, autrice della fortunatissima saga “Cinquanta sfumature di grigio” che ha mosso i primi passi proprio nel mondo del self-publishing. Dati alla mano, se guardiamo solo al segmento digitale del self-publishing, gli ebook auto pubblicati in Italia nel 2018 sono stati 11.698, in costante crescita rispetto agli anni precedenti e rappresentano il 22% di tutte le pubblicazioni digitali (Fonte Associazione Italiana Editori). Sul sito dell’AIE potete visionare e scaricare il rapporto sullo stato dell’editoria relativo al 2022.
In Italia si legge poco
Detto questo, occorre anche fare i conti con una realtà tutta italiana: si legge poco. Tra i cinque principali mercati editoriali europei, l’Italia è il Paese dove si legge di meno. Secondo la Federazione Italiana Editori Giornali (Fieg) gli italiani che non leggono mai libri o li leggono molto raramente rappresentano il 49% della popolazione. In pratica, una persona su due legge un libro in Italia. Gli italiani che leggono libri almeno una volta al mese sono il 14%. E stiamo parlando di libri cartacei. Per quanto riguarda gli ebook, il 76% degli italiani non ne ha mai letto uno o lo ha fatto raramente. Solo l’8% legge un ebook una volta al mese, ma un “buon” 18% li legge almeno una volta a settimana.
Se guardiamo gli altri Paesi c’è da impallidire: in Francia legge almeno un libro all’anno l’88% delle persone tra i 15 e i 65 anni di età, in Norvegia leggono 9 persone su 10, nel Regno Unito legge l’86% delle persone mentre negli Stati Uniti questa percentuale si attesa al 72%. (Fonte Il giornale della libreria).
E per quanto riguarda i supporti digitali, se fino a qualche anno fa gli e-reader rappresentavano l’ultima frontiera per la lettura degli ebook, negli ultimi tempi si sta assistendo al ritorno verso gli smartphone. Complici forse i modelli con schermi più grandi e dalla luminosità modulabile, gli smartphone sono diventati la prima scelta per accedere ai contenuti digitali, sia in formato testo sia in formato audio. Questo device è preferito dal 64% degli italiani per leggere i testi e dal 75% per ascoltare audio libri. L’e-reader è scelto solo nel 48% dei casi secondo quanto rileva l’Associazione Italiana Editori. Questo per dire che il nostro mercato non è costituito da avidi lettori, ma è un mercato che va conquistato.
Raggiungere i lettori
Ci sono molti aspetti positivi da tenere in considerazione quando si parla di self-publisher: il fatto di pubblicarsi da soli permette di entrare in una sorta di meccanismo di selezione “dal basso”, dove sono i lettori, attraverso il passaparola e i commenti, a decretare il successo di un libro. Ci sono autori, anche italiani, che scelgono volontariamente il self-publishing perché vogliono avere il pieno controllo della loro opera. Un autore indipendente può arrivare anche a guadagnare molto di più (purché abbia propri canali distributivi) e senza aspettare anni, come accade nell’editoria tradizionale dove le percentuali di incasso per gli autori di solito si aggirano tra il 5% e il 10% e non arrivano prima di sei mesi – un anno (come minimo) dalla pubblicazione.
Di certo gioca un ruolo importante la “visibilità”. L’editore tradizionale in genere può garantirla con più sicurezza perché arriva direttamente agli scaffali della librerie e alle suddette librerie arrivano in genere lettori che hanno visto la pubblicità del libro sui giornali specializzati (ma non solo), sui magazine online con ingenti numeri di followers, in tv.
ISBN libri e self-publisher
Il self-publishing permette di pubblicare libri senza passare da un editore: l’autore si occupa di tutto, dalla creatività alla promozione dell’opera, dalla decisione del prezzo al canale di distribuzione. Potete gestire tutti questi processi da soli oppure affidarvi a piattaforme di auto pubblicazione, in Italia ce ne sono diverse, che possono aiutarvi in ogni processo, lasciandovi il coordinamento di tutto il lavoro ma anche assistendovi nei vari passaggi nel caso in cui ne facciate richiesta.
Oggi è inoltre possibile per un autore indipendente ottenere il codice ISBN senza dover passare da un editore. Questo codice di 13 cifre è l’acronimo di International Standard Book Number (il numero che vedete abbinato al codice a barre dove viene anche indicato il prezzo del libro) lo standard internazionale che permette di riconoscere il libro attraverso un codice univoco e che si applica ai libri e agli ebook così come a tutti i prodotti commercializzabili. Quindi, se avete intenzione di scrivere un libro sia in versione cartacea che in ebook, dovrete avere due codici ISBN distinti. Alcune piattaforme di self-publishing permettono di acquistare il codice ISBN a prezzi più contenuti o addirittura, in alcuni casi, lo regalano. Amazon, per esempio, lo attribuisce in automatico quando si decide di avvalersi dei servizi editoriali di questa piattaforma.
Self-publishing ed editoria tradizionale: le differenze
Qual è quindi la differenza tra auto pubblicarsi e affidare invece la tua opera a un editore tradizionale?
Nell’editoria tradizionale i costi – in capo all’editore – per pubblicare, distribuire e vendere un’opera sono notevoli, è l’editore infatti che si incarica anche di revisionare il testo, impaginarlo, creare la copertina, stamparlo, decidere il prezzo e il canale di distribuzione. Per questi motivi il prezzo finale del libro di solito è più elevato rispetto a un ebook per la cui realizzazione non sono previste tutte queste spese.
Dalla vendita del libro l’autore ricava una percentuale in genere tra il 5 e il 10%. L’editore detiene i vostri diritti d’autore per cui, secondo le modalità e la durata che definirete nel contratto, non potrete pubblicare il libro con nessun altro editore e nemmeno autonomamente.
C’è un ultimo aspetto che dovete considerare: l’editore, le case editrici sono delle imprese a tutti gli effetti, con degli obiettivi di bilancio e di fatturato. Certo, hanno il grande compito di “fare cultura” ma non possiamo pensare che facciano beneficenza. A volte un editore sceglie di non pubblicare un testo, magari interessante, perché non può investire in quel momento.
Scegliere il self-publisher significa che l’unica persona che può decidere se pubblicare o meno il libro è l’autore. In regime di auto pubblicazione agite come preferite, detenete i diritti delle vostre opere e pubblicate dove volete. E avete dei margini di guadagno, in percentuale, più elevati: se pubblicate tramite una piattaforma di self-publishing potete ricavare percentuali molto più alte che in alcuni casi superano addirittura il 50%.
Le percentuali di guadagno per un self-publisher sono più alte perché non si affrontano i costi – soprattutto di distribuzione – che dovrebbe sostenere una casa editrice. E perché la stampa dei libri avviene solo on demand, su richiesta: si stampano in digitale (quindi con notevole risparmio) solo le copie ordinate. In questo modo non si devono sostenere i costi della tipografia tradizionale che affrontano gli editori. Per ottimizzare il costo di ogni singola copia stampano numeri elevati di libri per poterli distribuire nei vari punti vendita, senza sapere a quanto ammonteranno le vendite.
Conosco bene questi meccanismi, dal 2007 al 2017 ho fondato e diretto una casa editrice, non è un lavoro semplice da tutti i punti di vista. La stampa dei volumi, la gestione della distribuzione, delle vendite, dei contratti sono incombenze che richiedono molto impegno e impiego di risorse considerando i tempi di crisi che ormai da molti anni sta vivendo l’editoria, la piccola e media in particolare.

Il self-publishing, o appunto auto pubblicazione (anche se qualcuno non li fa proprio coincidere), è una forma di editoria indipendente che negli ultimi anni si è molto diffusa anche nel nostro Paese.
All’estero, e soprattutto nei paesi anglosassoni come Stati Uniti e Regno Unito, il self-publishing rappresenta da anni una valida alternativa all’editoria tradizionale. È un modo efficace per auto pubblicarsi, per diventare editore di se stessi.
Self-publisher: per quali opere è indicato?
In via generale, puoi scegliere di essere self-publisher per qualsiasi tipo di libro. A livello statistico, nell’auto pubblicazione si trovano generi come narrativa e poesia, seguiti dai manuali professionali e i saggi di attualità. È un tipo di editoria che permette di parlare di passioni, hobby e di divulgare sapere scientifico e tecnico in modo veloce. Può essere un ottimo strumento per pubblicare la vostra raccolta di poesie che tenevate nel cassetto da tempo e per tenere allenato lo scrittore che è in voi.
Il self-publishing in questo caso vi permette di raccogliere dei primi commenti, valutazioni e giudizi dei lettori. Chi scrive di professione può usare questa modalità come canale di comunicazione con la propria community, a cui far arrivare le proprie opere in tempi più rapidi.
Si può raggiungere il successo come self-publisher? Devi saper intercettare i gusti delle persone. Uno dei primi casi di successo italiano di self-publishing è stato quello di Anna Premoli, che con il suo romanzo auto pubblicato Ti prego lasciati odiare, ha conquistato l’attenzione dell’editore Newton Compton e ha vinto il premio Bancarella nel 2013. Grazie alla selezione “dal basso”, grazie ai commenti e al passaparola dei suoi lettori, il libro di Anna Premoli è arrivato all’attenzione di una casa editrice tradizionale che lo ha trasformato nella versione cartacea che conosciamo e che ha venduto oltre 100.000 copie.
Un altro caso famoso è quello che abbiamo già citato della scrittrice britannica E.L. James (pseudonimo di Erika Leonard) e il suo Cinquanta Sfumature di Grigio, primo libro di una fortunatissima trilogia, nata con il self-publishing e diventata famosa grazie alle prime lettrici che, tramite passaparola, lo hanno fatto diventare un cult. E.L. James ha battuto il record del più fulmineo bestseller della storia dell’editoria: trentuno milioni di copie vendute nell’arco di pochi mesi.
Stiamo parlando di casi eccezionali. Sono pochissimi i libri, nati dall’auto pubblicazione, che diventano best seller. Ma queste due esperienze appena citate ci dimostrano come sia cambiata la percezione del self-publishing, nel mondo e nel nostro paese, che da canale di pubblicazione di serie B è diventato un vero e proprio canale alternativo all’editoria tradizionale, scelto da diversi autori per diffondere contenuti in modo rapido, tastare gusti e giudizi, allenarsi per migliorare la scrittura e pubblicare per aumentare la loro reputazione e autorevolezza.
Self-publisher: vantaggi e svantaggi
Prima di intraprendere la via del self-publisher ci sono diversi elementi da considerare.
Nell’auto pubblicazione non ci si può improvvisare, occorre puntare sempre a un prodotto di qualità. Non è un’editoria fai da te, ma un’editoria indipendente che ha meccanismi e processi propri e che non finisce con la scrittura del libro. Quella è la prima parte, la più importante, la più stimolante per chi scrive, su cui si devono concentrare i vostri sforzi, il vostro amore e rispetto per la scrittura, su cui dovete dare il massimo. La parte di scrittura e stesura del testo è quella più artistica, e forse quella che vi piace di più. Ma messa giù la penna, inizia l’altro duro lavoro: la promozione e la commercializzazione. Un buon libro può rimanere sconosciuto se manca questa seconda parte o se è curata in modo superficiale. Dopo aver scritto il vostro libro, dovrete quindi lavorare su altri aspetti: affidare il manoscritto a un editor professionale e seguirne i consigli, convertire il testo per impaginarlo nei formati mobi e epub (se si vuole creare un ebook), realizzare la copertina, caricare il vostro lavoro su una o più piattaforme di vendita e, infine, promuovere il libro. Come fare tutto questo?
Vediamo i principali aspetti da considerare.
La qualità della scrittura
È vero che il self-publishing può essere un’ottima palestra per aspiranti scrittori o scrittori che vogliono migliorarsi, ma la qualità di come scrivete paga sempre ed è il primo obbiettivo da porvi se intendete pubblicare qualcosa. Avete lavorato in questo senso? A che punto è la vostra scrittura? Guardando a quello che avete scritto nel tempo, avete notato evoluzioni? È molto importante riflettere su questo punto.
L’idea
Di che cosa vorreste scrivere? Prima di lanciarvi nella scrittura di qualcosa che intendete pubblicare e vendere, assicuratevi dell’originalità della vostra opera. Il mercato editoriale pullula di libri di qualsiasi tipo, molti sono tentativi di imitazione di grandi best seller: volete aggiungervi alla lista di chi imita o provare a testare idee nuove e a distinguervi? Se scegliete l’editoria indipendente, la forza dell’idea e la sua originalità sono ancora più determinanti per emergere dal mare magnum delle pubblicazioni online. Quando dico “originalità” intendo anche la capacità di innovare riguardo ad argomenti che nuovi non sono.
La conoscenza del genere letterario
Conoscere e approfondire il genere della vostra opera è fondamentale: vi fornirà indicazioni importanti sullo stile che dovete adottare e il linguaggio da utilizzare. E sarà più facile individuare anche il target del pubblico a cui vi riferite.
Lo studio del mercato editoriale
Questo aspetto è molto importante ma sono molti gli scrittori che lo trascurano: dovete conoscere il mercato editoriale, frequentare le librerie, che siano fisiche o virtuali, guardare le classifiche delle vendite dei libri e studiare i gusti del pubblico.
Accettare le critiche
Pubblicare da editore indipendente vi dà il vantaggio di essere subito visibili a un elevato numero di lettori. Questo, di contro, vi espone in prima linea a possibili critiche. Un libro è un’opera d’arte, può piacere o meno. Dovete quindi essere pronti ad accogliere anche i commenti negativi.
Approfondire il mondo dell’ebook
Se volete realizzare ebook, dovete conoscerne tutti gli aspetti tecnici. Potete decidere di farlo in autonomia, ma dovete conoscere bene tutto il processo, dalla conversione del testo, all’impaginazione, dall’indice interattivo alla copertina fino all’inserimento sulla piattaforma dove lo vorrete vendere. Ci sono comunque degli ottimi professionisti che possono aiutarvi in questo campo.
Imparare a essere imprenditore di se stessi
Non tutti gli scrittori sono imprenditori, ma quelli che scelgono di essere self-publisher devono imparare anche questo mestiere. La promozione è nelle vostre mani, dovete essere in grado di fare marketing e ideare attività di pubblicità e comunicazione che vi aiutino a diffondere l’opera.
Lavorare sul vostro personal branding
Chi compra un libro può farlo perché interessato al tema o perché conosce e segue con interesse l’attività dell’autore. Lo scrittore è parte del prodotto “libro”. Anche se detto così può suonar male, voi siete parte del processo che porta un lettore a scegliervi. Per questo motivo sarebbe utile che vi costruiste una community di riferimento, costituita da lettori o appassionati dei temi che trattate.
Considerare tutti i costi
È vero che chi si auto pubblica non va incontro a tutte le spese che sostiene una casa editrice tradizionale, ma non dovete neanche pensare che sia tutto a buon mercato. Ci sono dei costi che variano in base a quanto potete gestire i vari aspetti autonomamente: vanno dall’editing del testo alla grafica della copertina, dall’impaginazione dell’ebook all’acquisto del codice ISBN, i costi di cui dovete tenere conto sono diversi. Realizzare un ebook con l’aiuto di professionisti che vi seguano in tutti o solo per alcuni passaggi, potrebbe costare tra i i 1200 e i 3000 euro ma sono costi medi e dipendono dalla vostra autonomia e dal livello di qualità che volete raggiungere.
Utilizzare le piattaforme di self-publishing
Se non ve la sentite di affrontare tutto da soli, esistono servizi di auto pubblicazione che supportano gli autori indipendenti in tutte le fasi. Il controllo dell’opera, dei diritti d’autore, del prezzo e di tutti gli altri aspetti rimane nelle vostre mani, in questo modo potete contare su un meccanismo già rodato che vi può portare a pubblicare in tempi brevi. Le piattaforme sono utili soprattutto se intendete vendere il libro anche nella versione cartacea, tramite il servizio di print on demand, vale a dire stampando a richiesta. Se faceste tutto in autonomia, dovreste contattare voi una tipografia oppure un servizio online di stampa digitale e contrattare i prezzi per farvi stampare copie su richiesta, oppure pagare in anticipo la stampa di alcuni libri che poi vi rivendereste attraverso i vostri canali. Questo passaggio può farvi perdere molto tempo se non ne conoscete bene tutti gli aspetti e i meccanismi.
Come avrete capito auto pubblicarsi è un lavoro, è diventare editore e imprenditore di se stessi, occuparsi non solo della scrittura, ma di tutti i passaggi che vanno dall’ideazione a portare il libro sul tavolo (o sullo smartphone) del lettore.

Nell’auto pubblicazione non ci si può improvvisare, occorre puntare sempre a un prodotto di qualità. Non è un’editoria fai da te, ma un’editoria indipendente che ha meccanismi e processi propri e che non finisce con la scrittura del libro.
Analizzate con attenzione ogni aspetto, verificate le vostre potenzialità, studiate e confrontate. Stabilite gli obiettivi che intendete perseguire con la pubblicazione e scegliete la strada che li renda raggiungibili.
Self-publisher: i pro
In questa sezione vorrei entrare un po’ di più nel merito di questa trattazione, parlando di quelli che sono i pro e i contro del self-publishing. Iniziamo dai pro.
Il tempo. Poter pubblicare il libro in pochi giorni era un sogno prima dell’avvento del self-publishing, perché con l’editoria tradizionale può volerci molto tempo. Mesi, come minimo. Con l’auto pubblicazione, considerati tutti gli aspetti già affrontati in questa trattazione, potete essere in grado di vedere pubblicata la vostra opera in poche settimane. Per chi ha necessità di raggiungere il proprio pubblico in tempi rapidi, questo è un vantaggio assoluto rispetto all’editoria tradizionale.
Fulvio Julita, storyteller e co-fondatore dell’agenzia Plume ha pubblicato sia con grandi editori come Hoepli, sia affidandosi al self: uno dei suoi libri, “Raccontare le imprese”, è uscito tramite una piattaforma di self-publishing, proprio per questo motivo vi invito a visionare il suo video “Sette ragioni per cui ho scelto il self-publishing per distribuire il mio libro” .
La gestione dell’opera. È tutto nelle vostre mani: scrittura, impaginazione, promozione, vendita e prezzo. Nell’editoria tradizionale questi aspetti sono gestiti dall’editore e non avete molta voce in capitolo, mentre se scegliete l’auto pubblicazione avete voi l’ultima parola su tutto. Il fatto di potersi occupare dell’intera l’opera significa avere libertà di controllo, ma non è un aspetto facile da gestire. In alcuni casi potrebbe essere visto come un limite, soprattutto per chi si avvicina al self-publishing per la prima volta. Oltre a questo pieno controllo sulle fasi della lavorazione del libro, detenete anche il controllo dei vostri diritti d’autore: potete quindi pubblicare l’opera dove volete. In questo senso, tuttavia, ci sono delle eccezioni per alcune piattaforme, come Kindle Direct Publishing, di cui vi parlerò tra poco.
Editing di qualità. Nell’editoria tradizionale si possono trovare editor che fanno un buon lavoro di revisione sulla vostra opera, ma non è detto che sia sempre così: non potete scegliere l’editor che si occuperà dei vostri testi, ma dovrete affidarvi al professionista della casa editrice. Quando invece optate per l’auto pubblicazione, come per ogni aspetto di questo processo, potete affidarvi a un editor di fiducia e di vostra scelta (certo, lo pagherete voi; non dovrete invece pagare in alcun modo l’editor della casa editrice e se vi venisse richiesto, rifiutate).
Il guadagno. La percentuale di guadagno che si riconosce agli autori che pubblicano in modo tradizionale varia tra il 5% e il 10% del prezzo di vendita del libro. Con il self-publishing, queste percentuali possono superare anche il 50%. Quindi, potenzialmente, l’auto pubblicazione potrebbe generare maggiori guadagni.
Voglio portare la vostra attenzione ancora un momento sul discorso del guadagno. Se scegliete il self-publishing con la speranza di ottenere grandi ricavi immediati non è del tutto così. Anche se in questi ultimi tempi si sta delineando un vero e proprio business, quello degli Low Content Book, libri ed ebook veloci da realizzare e da vendere ma bisogna essere molto produttivi e trovare le giuste tematiche.
I casi di best seller sono, appunto, casi. Potreste anche voi arrivare a questi livelli, nessuno lo mette in dubbio, ma iniziate a lavorare con i piedi ben piantati per terra e considerate il settore del self-publishing come un’occasione preziosa per far vedere al vostro pubblico quello che sapete fare, raccogliere commenti e giudizi, farne tesoro e continuare a migliorarsi per rafforzare la vostra reputazione e autorevolezza. In molto casi può essere utile, prima di scrivere, costruirsi una community di persone interessate a quello di cui parlate e poi, in seconda battuta, provare a produrre un libro sui vostri temi.
Quando lo consiglio:
– Se siete formatori con un certo seguito di allievi e follower: come self-publisher potete pubblicare e raggiungere il vostro pubblico in modo veloce e offrire contenuti di formazione aggiornabili.
– Se sapete già gestire con dimestichezza i canali social e la vostra presenza online: chi decide di auto pubblicarsi deve sapersi promuovere in rete in modo efficace, attraverso blog, siti di proprietà e un’attenta gestione dei canali social personali.
– Per sperimentare una nuova opera o volete pubblicare i risultati di una vostra ricerca: quale modo migliore di sapere in poco tempo se il vostro manoscritto può raccogliere consensi? Con l’auto pubblicazione e una buona dose di marketing e comunicazione potrete tastare il terreno in tempi brevi. Il self-publishing può rivelarsi prezioso anche se avete realizzato una ricerca che non vedete l’ora di condividere per raccogliere commenti e spunti di riflessione.
– Quando desiderate pubblicare la vostra raccolta di poesie: in questo caso il self-publishing è quasi una scelta obbligata perché oggi è molto difficile trovare un editore che pubblichi questo genere.
– Se intendete pubblicare libri di business, marketing, temi legati alla professione: l’auto pubblicazione si presta molto a questo genere, vi permette di raggiungere il vostro target in modo agile e di offrire contenuti facilmente aggiornabili.
– Nel caso in cui si tratti di arrivare al vostro pubblico in modo veloce, senza attendere i tempi dell’editoria tradizionale: dal momento in cui il vostro libro è pronto per essere pubblicato possono volerci pochi giorni per inserirlo nei canali di vendita online.
– Se volete rafforzare la vostra presenza online offrendo contenuti di valore subito scaricabili: il self-publishing può essere uno strumento eccezionale di content marketing, permettendovi di offrire ai vostri clienti o potenziali clienti contenuti di valore, immediatamente scaricabili e fruibili, che vi possono aiutare a rafforzare la vostra presenza e il vostro marchio.
Self-publisher: i contro
Ora veniamo agli aspetti che possono limitare la scelta verso l’auto pubblicazione.
La distribuzione. Nel momento in cui vi auto pubblicate, se non avete canali di distribuzione, come veicolate la vostra opera? Un editore tradizionale ha già i suoi canali di distribuzione sul territorio, come le librerie, ma un autore che si autopubblica non ha a disposizione questi canali e non può chiedere alle librerie di vendere direttamente i propri libri perché i punti vendita hanno rapporti diretti con le case editrici. Come autori indipendenti potete affidarvi a piattaforme di self-publishing che, dietro compenso, possono distribuire il vostro libro sugli store nazionali e internazionali. Ma, difficilmente, arriverete sugli scaffali delle librerie, dove invece sono presenti gli editori tradizionali e dove ancora comprano la maggior parte dei lettori italiani.
L’ISBN. Questo codice è composto da cinque sezioni, separate da altrettanti trattini, che ne identificano, oltre alla lingua e al titolo, anche l’editore. Da qualche tempo anche gli autori indipendenti possono acquistare un codice ISBN, però un ISBN che ha un marchio editoriale in sé ha più valore quando viene inserito in un catalogo nazionale rispetto a un codice ISBN di un’opera auto pubblicata.
I costi. Con l’editoria tradizionale l’autore non deve pagare nulla, se non l’eventuale spedizione del manoscritto via posta. Al resto ci pensa la casa editrice. Con il self-publishing, invece, l’autore deve coprire da solo tutte le spese e, come da punto precedente, se non è in grado di gestire tutti gli aspetti della pubblicazione da solo dovrà affidarsi (e pagare) dei professionisti.
La considerazione del grande pubblico. La maggior parte degli italiani non conosce il mercato online dei libri. Solo il 18% degli italiani ha un abbonamento a una piattaforma di ebook. Se il grosso del self-publishing riguarda gli ebook, capite bene che la fetta di lettori cui vi rivolgete è molto piccola e che il grande pubblico, perlomeno nel nostro Paese, non sa nemmeno dell’esistenza di concetti come auto pubblicazione o della possibilità di leggere libri online. Può sembrare strano ma è così.
La promozione nazionale. Una campagna sui social studiata a regola d’arte, un blog di altissimo livello e con un grande flusso di traffico non possono eguagliare la potenza di tiro di una campagna promozionale di un editore tradizionale che paga spot pubblicitari per tv, radio e grandi media. L’editoria tradizionale può contare su canali di promozione da cui il self-publishing, per gli alti costi di accesso, è escluso.
Quando lo sconsiglio:
– Se avete scritto un romanzo: questo genere letterario non ha un’utilità o una valenza come quella che può avere un saggio o un manuale, che meglio si presta alla distribuzione e alla comunicazione online. Il romanzo è un genere a parte che è meglio affidare a un’etichetta editoriale. Non è una regola assoluta intendiamoci. Abbiamo infatti visto esempi di romanzi nati in auto pubblicazione sbaragliare le classifiche di vendita.
– Non vantate una presenza sui social e non avete dimestichezza con la comunicazione online: pubblicare un libro da soli richiede una grande capacità di comunicazione. Se non siete “tipi Social”, non amate stare troppo online e non avete nessun profilo di social network, questa modalità di editoria non fa per voi.
– Nessun canale di distribuzione: un libro auto pubblicato, se non è distribuito, rimane nel cassetto. Dovete attivare canali di distribuzione adeguati per far arrivare il manoscritto nelle librerie online o fisiche: se non avete intenzione di attivarvi in questo senso, è meglio rivolgersi all’editoria tradizionale che si occupa anche di questi aspetti (sto dando per scontato che abbiate prodotto un’opera interessante, ben scritta e quindi appettibile).
– Se non avete capacità imprenditoriali: oltre alle doti di comunicazione, occorre avere ottime capacità commerciali: dovete attivare campagne di marketing efficaci e trovare i giusti canali di distribuzione. È un lavoro a tempo pieno, ma se preferite occuparvi solo di scrittura e lasciar perdere il resto, il self-publishing non fa per voi.
– Quando credete di poter raggiungere il successo mettendo online la vostra prima opera. Anche se avete tutte le capacità imprenditoriali necessarie, non è detto che con il vostro primo libro raggiungerete il successo. Ci vuole tempo, costanza, pazienza, determinazione. Se credete che basti pubblicare una volta sola per raggiungere la notorietà, il self-publishing non fa per voi.
Editoria a pagamento e auto pubblicazione: qual è la differenza?
Questo è un punto delicato su cui vi chiedo la massima attenzione e che posso riassumere con una semplice frase: gli autori non devono pagare un editore. Non si può accettare un concetto del genere. Certo, l’autore può richiedere di acquistare delle proprie copie, anzi, può averne interesse perché appunto ha dei propri canali di distribuzione (pensiamo ai formatori, ai coach, ai docenti) ma deve essere una valutazione fatta dall’autore e deve avere come corrispettivo una scontistica vantaggiosa.
Un conto è auto pubblicarsi: pagare i costi per impaginare, fare editing, creare la copertina di un libro; investire in attività di promozione. Altra cosa è pagare un editore affinché pubblichi il vostro libro. Questa eventualità è più frequente di quanto si possa immaginare.
Umberto Eco, nel suo celebre romanzo Il Pendolo di Focault, ha creato un’immagine indelebile di questo fenomeno, dedicando un capitolo a un imprenditore truffaldino che si faceva pagare dagli scrittori la pubblicazione dei loro libri e definiva questi ultimi APS, Autore a Proprie Spese.
In passato alcuni nomi noti della letteratura italiana hanno in effetti pagato la pubblicazione delle proprie opere: Alberto Moravia per Gli Indifferenti, Umberto Saba per Poesie, Italo Svevo per Una vita e Senilità. Ma queste sono eccezioni che vanno considerate come tali.
Oggi, più di ieri, l’editoria a pagamento non gode di una buona fama e, per quanto mi riguarda, non dovrebbe nemmeno essere considerata editoria.
Il fenomeno è ancora diffuso e molti scrittori, soprattutto chi si cimenta per la prima volta nella stesura di un romanzo e desidera ardentemente essere pubblicato, cede a questa tentazione. Alcuni di questi editori chiedono una somma da versare in anticipo da parte dell’autore, tra i 1000 e 2000€, a fondo perduto, oppure impongono allo scrittore di comprare un minimo di copie del suo libro che poi lui stesso potrà rivendere. In molti casi l’editore a pagamento, a fronte del versamento a fondo perso richiesto, non offre nessuna garanzia sui servizi editoriali necessari, ad esempio editing dei testi e correzione delle bozze. In molti casi alcuni di questi editori promuovono “concorsi”, dai quali escono tutti vincitori. In seguito riceveranno lo stesso contratto (oggetto della vincita) per il quale si chiede comunque un contributo all’autore.
Se proprio volete investire del denaro, impiegatelo piuttosto nell’auto pubblicazione: potete essere voi editori, self-publisher, del vostro libro e con le 2000 euro che vi chiedono queste case editrici (quando va bene) potrete pubblicare non solo il vostro ebook, ma trovare anche una piattaforma di self-publishing che vi aiuti a distribuirlo. (Consulta anche Wikipedia, Editoria a pagamento).
Le piattaforme di self-publishing
Veniamo adesso al lato più pratico di questa trattazione: le piattaforme di self-publishing.
Quale scegliere? Con le piattaforme potete decidere di muovervi in completa autonomia: consegnare l’ebook impaginato e pronto per essere venduto nei vari store italiani e internazionali, oppure affidare tutto il lavoro di impaginazione, grafica e caricamento online alla piattaforma. Il tutto mantenendo sempre il pieno controllo sulla vostra opera.
Che cosa occorre considerare nella scelta di una piattaforma di self-publishing? Gli aspetti principali da valutare sono i costi di accesso, la qualità e il tipo di servizi offerti e, in ultima istanza, quanto si possa guadagnare dalla vendita del libro. Valutate inoltre quali formati siano accettati (se cartaceo o ebook); la rete di distribuzione (solo librerie fisiche, o solo digitali o un mix di entrambi); le percentuali trattenute sui vostri guadagni (a partire dal 20%) e se tra i servizi offerti è incluso l’ISBN (in genere sì).
Vediamo insieme le principali piattaforme di self-publishing presenti sul mercato italiano.
Kindle Direct Publishing
È il servizio di self-publishing di Amazon, la piattaforma di e-commerce più famosa del mondo, da cui passa il 50% di tutte le vendite di libri online. Gli autori di Amazon ricevono royalty tra il 35% e 70% su ogni copia venduta, percentuali che dipendono dal prezzo del libro, i territori in cui viene distribuito, e se si pubblicherà in esclusiva con KDP. Ai prezzi indicati nel listino devono essere sottratti i costi di consegna e l’IVA che sugli ebook in Italia è al 4%. KDP ha dei paletti importanti: il formato per gli ebook accettato è solo quello destinato agli e-reader Kindle, quindi questo potrebbe limitare la diffusione della vostra opera su altri lettori digitali. Inoltre, se si vogliono sfruttare i servizi di promozione di Kindle Direct Publishing occorre cedere l’esclusiva a questa piattaforma e ciò significa limitare la distribuzione del vostro ebook tramite altri siti (anche il vostro blog personale, per intenderci).
Passione Scrittore
Per quanto riguarda Passione Scrittore si tratta di una piattaforma in grado di fornire assistenza a largo raggio. Dalla revisione dei testi alla realizzazione della cover. Inoltre, essendo collegata al circuito Mondadori, consente per esempio di presentare i propri testi presso le librerie di catena.
StreetLib
Ex Narcissus, StreetLib è una piattaforma molto semplice da usare e in pochi passaggi permette di pubblicare e distribuire la vostra opera. Non ha i vincoli di KDP, potete vendere il libro anche su altre piattaforme. Consente di guadagnare il 60% sul prezzo di copertina e, se vendete nello store StreetLib, potete guadagnare fino al 75%.
Youcanprint
Questa piattaforma permette di distribuire i vostri libri in oltre 4000 librerie fisiche, sempre tramite il servizio print on demand. Per avere il vostro volume in libreria occorre ordinarlo nel negozio fisico e poi passare a ritirarlo quando arriva. Youcanprint permette di pubblicare anche audio libri.
Offre tutti i servizi, dall’impaginazione alla stampa, alla distribuzione e, con uno strumento di editor online, permette di creare l’ebook direttamente dalla piattaforma. Riguardo alle royalty, la pubblicazione digitale sembra più conveniente: per ogni ebook l’autore percepisce il 50% del prezzo di copertina sulle copie vendute negli store online e il 70% sulle copie vendute sullo store di Youcanprint.
Il MioLibro
Punta molto l’attenzione sulla scrittura e cerca di creare una community di lettori e scrittori che operi quella selezione dal basso di cui vi parlavo all’inizio. Chi pubblica su questa piattaforma compra uno spazio, una sorta di vetrina virtuale, che paga con la vendita dei libri: la piattaforma trattiene il 20% del guadagno dell’autore, calcolato sulla differenza tra il prezzo di copertina e i costi di stampa e spedizione (Iva inclusa). Il codice ISBN è a pagamento e dà diritto alla distribuzione su diversi circuiti: librerie Feltrinelli, IBS, Amazon e su LaFeltrinelli.it. In questi casi la piattaforma trattiene il 45% del prezzo di copertina. IlMioLibro da diversi anni organizza anche il concorso letterario “Ilmioesordio”, realizzato in collaborazione con la scuola Holden, considerato tra i concorsi più importanti per gli autori auto pubblicati.
Lulu
Lulu è stata la prima piattaforma per i self-publisher. Creata nel 2002, è ancora oggi attiva ed è una delle piattaforme che permettono i guadagni più alti. L’offerta dei servizi è praticamente sempre la stessa, ma presenta comunque diversi vantaggi: per i libri cartacei, l’unica spesa richiesta è l’acquisto di una copia di prova per avere la vostra approvazione finale. Per ogni libro cartaceo venduto potete ricavare l’80% del prezzo di copertina, al netto dei costi di stampa. Per gli ebook, Lulu è ancora più vantaggiosa: i libri digitali possono essere venduti gratuitamente oppure al prezzo minimo di 0,99€. Per tutte le vendite a prezzi superiori a quello minimo potete ricevere fino al 90% dei guadagni.
Queste sono solo alcune delle piattaforme presenti nel nostro mercato. Per avere un’idea precisa e dettagliata dei servizi offerti da ciascuna piattaforma è utile contattarla direttamente e farsi spiegare tutte le condizioni. Quello del self-publishing è un mercato in continua evoluzione e anche le piatteforme evolvono con esso, ampliando i servizi, cambiando costi proposti e aggiungendo nuove funzionalità. Alcuni operatori, ad esempio, offrono l’ISBN gratuito, altri hanno costi di entrata fissi per pubblicare il libro cartaceo, alcuni permettono di distribuire su tutte le librerie online, altri invece vogliono l’esclusiva. L’offerta è ampia e complessa.
Per scegliere la piattaforma giusta dovete capire quali siano i vostri obiettivi: volete farvi conoscere dal maggior numero di persone senza aver nessun vincolo di distribuzione? Oppure preferite essere su un’unica piattaforma, quella dell’e-commerce più famoso del mondo? Puntate sul guadagno e su correre da soli o preferite avere percentuali minori, ma essere inseriti e visibili in una community di scrittori e lettori? Un autore deve poter fare ciò che vuole, non deve in alcun modo sentirsi vincolato a un’unica piattaforma o modalità di distribuzione. Controllate sempre bene i contratti che vi propongono e tutte le clausole previste: come avete visto, i servizi opzionali alla pubblicazione sono tantissimi, ma nessuno deve essere vincolato all’acquisto con una clausola nascosta nei termini d’uso.
Kindle Direct Publishing di Amazon: il fenomeno di questi anni
Dal 2007 a oggi Amazon ha lanciato diversi programmi per l’auto pubblicazione: Kindle Direct Publishing è il più famoso ed è arrivato in Italia nel 2010.
Il servizio non ha costi, ma trattiene una percentuale sulle vendite che parte dal 30% e dipende da diverse condizioni. Mentre le royalty per gli autori variano tra i 35% e il 70%, dipende tutto dal prezzo di vendita e dai mercati dove sarà distribuito il libro.
Se non siete in possesso di un codice ISBN, Kindle Direct Publishing assegna al vostro libro un codice ASIN, riconosciuto però solo nei circuiti di Amazon.
KDP ha inoltre attivato il fondo globale KDP Select, un servizio rivolto agli autori che auto pubblicano il libro e che permette di aumentare i propri guadagni in cambio di un’esclusiva sulle vendite per un periodo di 90 giorni. Ogni mese Amazon elargisce i bonus per le opere e gli autori più letti. Accedendo a questo programma non potrete vendere la vostra opera da nessun’altra parte, però in cambio il vostro libro sarà distribuito anche su Kindle Unlimited, l’abbonamento della piattaforma Kindle di Amazon per gli ebook, e nella libreria prestiti per i proprietari di Kindle (KOLL), un servizio che al momento non è attivo in Italia.
I guadagni degli scrittori sono determinati dalla loro quota di pagine totali lette e quello che si ottiene è una quota del fondo globale KDP Select. Gli autori che partecipano al programma riceveranno i diritti per la vendita dei loro libri in tutti i Paesi dove sono disponibili entrambe le librerie (Ku e KOLL). Oltre a questo, il servizio KDP permette di attivare strumenti di promozione molto interessanti: offrire sconti promozionali, promuovere il libro gratis per cinque giorni e attivare promozioni a tempo limitato. Tutte attività di marketing che, per chi muove i primi passi nel mondo del self-publishing, possono risultare determinanti.
Low Content book: è un business?
Qualcuno già lo definisce la nuova frontiera del self-publishing, anche se in Italia non è ancora molto conosciuto. Il Low Content Book (LCB), in inglese “libro a basso contenuto”, è un settore del self-publishing che si occupa di opere che hanno pochi, pochissimi contenuti. Alcuni non ne hanno proprio. Come è possibile realizzare libri senza scrivere praticamente nulla?
Si tratta di pubblicazioni semplici:
- diari
- quaderni di ricette
- album di disegni per i bambini
- cruciverba
- sudoku
- libri per preghiere
Tutto quello che può far “giocare” o “intrattenere” è benvenuto nel mondo del Low Content Book.
Produrre questi libri non è molto oneroso. La cosa importante è trovare la nicchia, la parola chiave giusta, per vendere queste pubblicazioni. Questo tipo di produzioni nascono per soddisfare un bisogno ludico, leggero, per mettere la penna in mano ai lettori e accompagnarli nella compilazione e nella scrittura, come i diari o gli album da colorare, oppure per ispirarli, come le raccolte di citazioni o di preghiere.
A differenza dei libri tradizionali, produrre questo tipo di contenuti è semplice e si può fare in autonomia. Non sono neanche richiesti specifici servizi di editor o di revisione bozze. L’unico investimento, se non avete una vena particolarmente creativa, è quello per pagare un professionista di grafica: sono libri con pochi contenuti, ma devono essere attraenti o offrire grafiche accattivanti. Esistono strumenti online che consentono di creare grafiche in pochi minuti, con template già predisposti, ad esempio con Canva.
Le caratteristiche principale dei LCB, che li contraddistinguono dagli altri, sono quattro.
- Hanno poco contenuto.
- Si possono stampare.
- Hanno meno competizione, perché si stanno affacciando adesso sul nostro mercato.
- Offrono la possibilità di accedere a nicchie nuove: se non potete scrivere di un interesse o tema specifico perché non lo conoscete a fondo, potete realizzare un diario, un giornale per gli appassionati del tema.
Il valore di questi libri, lo avrete capito, non dipende dal contenuto: il loro valore aggiunto risiede nella loro attrattività, dalla copertina allo stile con cui sono strutturate le pagine interne. E potremmo discuterne a lungo.
Che fare? Qualche consiglio
Questa guida ha lo scopo di chiarire vantaggi e svantaggi dell’auto pubblicazione, ma non ha la pretesa di indicarvi quale sia la scelta migliore. Il self-publishing può rivelarsi un’alternativa efficace se ci sono tutte le condizioni di cui vi ho parlato, se avete ponderato attentamente tutti i pro e i contro e riflettuto sui vostri obiettivi. Non ci si arricchisce con l’auto pubblicazione, ma è dura avere guadagni stabili anche con l’editoria tradizionale. Con il self-publishing ci si può costruire più facilmente un’identità e una community online, è più facile arrivare al pubblico della rete e dei lettori digitali, può essere strumento fondamentale per aumentare la vostra autorevolezza in un campo determinato oppure una buona palestra per allenare il romanziere che è in voi.
Diffidate dell’editoria a pagamento. E se sceglierete la strada del self-publishing, ma non saprete come muovervi, cercate aiuto nei professionisti del settore che sapranno guidarvi nell’editing del testo, nella struttura dell’ebook, nella scelta della piattaforma di self-publishing e in qualsiasi altro aspetto.
Self-publisher quando hai bisogno di una mano
Sono editor, ghostwriter e writer coach ma come ti ho raccontato sono stata editore e questo mi ha permesso di approfondire nella pratica tutte le questioni connesse alla pubblicazione di un libro che sia presso l’editore tradizionale o in self-publishing. Questa competenza oggi rientra tra i miei servizi.
Ti invito a scoprire il mio sito e in particolare la mia pagina dedicata all’editing libri così potrai vedere in dettaglio di che cosa mi occupo e scoprire se ti possa essere utile.
Nel caso non esitare a contattarmi.
Visita la pagina dedicata all’editing e alla pubblicazione
Se hai dubbi su quale sia la strada giusta da scegliere e hai necessità di avere un supporto nella valutazione e nell’assistenza contattami.
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salve. il mio problema e’ un po’ diverso. voglio pubblicare un libro scientifico in inglese, fuori
dal coro e pertanto ostracizzato. non conto su un ritorno commerciale ma mi interesserebbe che avesse lamassima visibilita’. cosa mi consiglia ? Grazie e scusi
Si autoproduca, è l’unica strada.