
Romanzo distopico: significato di un genere
Di certo avrai sentito parlare di romanzo distopico. O magari ne hai letti tanti, ma non sai che il genere si definisce in questo modo. Qual è l’elemento che caratterizza tale genere letterario?
Si può definire distopia, anti utopia, utopia negativa o cacotopia: evoca una società indesiderabile sotto ogni punto di vista.
È un genere dal grande fascino, attraverso ipotetici scenari l’autore esaspera tratti etici o politici della società attuale, mostrandone i difetti e riflettendo su “ciò che potrebbe accadere”. Sono previsioni e avvertimenti che danno voce a critiche sociali e il cui unico obiettivo è risvegliare la coscienza del pubblico. Non solo, si cerca di dare voce alle inquietudini della comunità umana in un dato periodo storico.
Romanzo distopico: caratteristiche
Il romanzo distopico permette di creare ambientazioni e trame ricche di tensione narrativa. Questo perché etica e moralità, in un mondo decadente, sono valori che assumono nuove, inaspettate forme. Ogni fazione è convinta delle proprie ragioni mentre lo scontro tra libertà e tirannia diventa sempre più aspro e serrato.
Possiamo, quindi, suddividere le distopie in due grandi categorie.
Il totalitarismo
Formato da società gerarchiche in cui le divisioni fra classi sociali sono quasi insormontabili. Lo Stato è rappresentato da un leader carismatico adorato dal popolo. In alcuni casi potrebbe anche essere oggetto di culto: un’entità misteriosa, quasi mistica.
Dissenso e individualità sono severamente puniti perché si oppongono alla stabilità creata dal governo e vanno a minare l’apparente benessere sociale. Agenzie governative o paramilitari hanno il compito di mantenere l’ordine sorvegliando i civili e sedando ogni tentativo di ribellione con severe punizioni o eliminando direttamente gli agitatori.
Il post-apocalittico
In questo caso, la popolazione umana è stata decimata da una catastrofe ambientale o sociale.
Le persone lottano per sopravvivere in un territorio ostile e privo di risorse. Le sorgenti d’acqua potrebbero essere contaminate o prosciugate, i campi aridi e gli animali quasi del tutto estinti o mutati dalle radiazioni. È un mondo in cui è difficile fidarsi dell’altro: i più coraggiosi tentano di riorganizzarsi in piccole comunità con lo scopo di ricostruire una società più civilizzata, altri scelgono la via della violenza e si uniscono a bande di predoni privi d’umanità.
Differenza tra utopia e distopia
Due mondi opposti. Uno auspicabile, l’altro spaventoso: è questa la sostanziale differenza tra i due termini.
Con utopia s’intende un assetto immaginario politico, sociale o religioso che viene proposto come ideale e perfetto. È il modello a cui aspirare, l’amplificazione di tutto ciò che c’è di buono nella nostra società.
Un esempio utopico potrebbe essere un mondo in cui non esistono malattie, guerre o povertà. Dove l’uomo ha innalzato la propria coscienza a uno stadio di profonda consapevolezza verso se stesso e l’universo che lo circonda. Se vogliamo citare un esempio possiamo fare riferimento alla serie di Star Trek è ambientata in un futuro in cui l’avanzata tecnologia permette la soddisfazione di ogni bisogno rendendo gli uomini liberi di dedicare le proprie energie all’avanzamento democratico galattico.
Con distopia, al contrario, s’intende un assetto politico, sociale o religioso governato da un sistema totalitario dove libertà di parola e pensiero vengono prontamente bloccati sul nascere. In questo caso possiamo citare il film Equilibrium: una nazione che ha cercato la propria stabilità sopprimendo qualunque emozione o sentimento attraverso l’uso di un farmaco. Il governo compie così una scelta che si contrappone alla natura umana e al suo desiderio di libertà ed espressione.
Romanzi distopici: ecco alcuni fra i migliori
D’altra parte, non nutrivano per gli eventi pubblici neanche quell’interesse minimo per capire che cosa stava succedendo. L’incapacità di comprendere salvaguardava la loro integrità mentale.
Ci troviamo a Londra, in una società decadente dove la conoscenza individuale e gli accadimenti storici, vengono soppressi e dimenticati. È così che il Grande Fratello, personaggio del regime avvolto nel mistero, domina la vita dei cittadini avvalendosi dell’uso di una tecnologia sempre più invasiva.
Il protagonista del romanzo, Winston Smith, si ribella e inizia a scrivere un diario: un gesto molto pericoloso, che, se scoperto, può portare alla soppressione.
Attraverso la sua opera più celebre, George Orwell vuole mandare un messaggio preciso: la pericolosità dell’indifferenza umana e l’importanza della memoria storica. Un vero incubo sociale in cui le persone hanno dimenticato il senso della loro vita.
– Fahrenheit 451, Ray Bradbury (1953)
Bruciare sempre, bruciare tutto. Il fuoco splende e il fuoco pulisce.
Romanzo distopico di grande impatto. In un imprecisato futuro posteriore al 2022, leggere o possedere libri è considerato un reato. Per contrastare questa pericolosa abitudine viene istituito un apposito corpo di vigili del fuoco impegnato a bruciare ogni tipo di volume esistente. Il protagonista, Guy Montag, è uno di loro. L’uomo sembra sicuro della sua missione ma l’incontro con una giovane ragazza dalla mente libera e pura, sconvolgerà le sue convinzioni.
Il mondo di Ray Bradbury è caratterizzato da una forte diffidenza verso una tecnologia che indottrina le menti e svia dai reali problemi. L’autore, infatti, è stato testimone della transizione dalla radio alla televisione: un grande passo per la comunicazione che, però, ha portato a un allontanamento dai libri. Bradbury caratterizza il personaggio di Mildred – la moglie di Montag – e delle sue amiche come menti ormai assoggettate e prive di qualsiasi forma di pensiero autonomo mentre la società si spegne lentamente.
– Il signore delle mosche, William Golding (1954)
L’uomo produce il male come le api producono il miele.
Il libro è ambientato nel mezzo di una non specificata guerra nucleare. Un aereo cade in mare, accanto a un’isola deserta e gli unici sopravvissuti al disastro sono un gruppo di ragazzini inglesi. I giovani tentano di governarsi instaurando regole precise e gerarchie da rispettare ma, ben presto, quest’utopica democrazia finisce per collassare.
Una vicenda che mette in luce gli aspetti più bestiali della natura umana: non basta l’elezione di un leader razionale per creare ordine nel caos. Ne occorre uno forte, che assicuri cibo e tranquillità.
L’autore ha una visione pessimistica dell’uomo che reputa un animale crudele, governato da sentimenti perversi d’odio e rivalità illogica sia in una società strutturata che in natura.
– Ma gli androidi sognano pecore elettriche? Philip K. Dick (1968)
Il televisore strillava: «… vi riporterà ai bei tempi degli Stati del Sud prima della Guerra Civile! Sia esso collaboratore domestico o instancabile bracciante, un robot umanoide personalizzato – progettato apposta PER VOI E SOLO PER VOI, per soddisfare qualsiasi esigenza particolare – vi sarà consegnato al vostro arrivo completamente gratis, accessoriato secondo quanto da voi richiesto prima della partenza dalla Terra; questo fedele compagno nella più grande, più audace avventura concepita dall’uomo nei tempi moderni, senza darvi alcun problema vi fornirà…»
Andava avanti così per ore, praticamente senza fermarsi mai.
Noir cupo e metafisico da cui è stato tratto il cult della cinematografia fantascientifica “Blade Runner” di Ridley Scott. Nel 1992 la Terra è stata stravolta da una guerra nucleare che l’ha ridotta a un desolato pianeta post-apocalittico. Molti esseri umani sono migrati nelle colonie extra mondo in cerca di una vita migliore mentre gli androidi fanno ormai parte del tessuto sociale. Il protagonista, Rick Deckard, è un cacciatore di androidi di San Francisco incaricato di scovare ed eliminare sei replicanti pericolosi e fuggitivi.
Nell’opera troviamo tutte le tematiche tipiche della scrittura di Dick: droghe, difficili relazioni con le donne, insoddisfazione personale e perdita d’umanità. Sono gli uomini che si avvalgono di scatole empatiche e modulatori d’umore per dar prova di essere vivi.
E proprio l’empatia è il concetto attorno al quale ruota l’intera storia: l’incapacità di amare e quindi di esistere. Deckard stesso deve essere pronto a sopprimere i suoi sentimenti per uccidere creature che appaiono come umane generando in lui una costante frustrazione che oscilla tra lo scoppio dei sentimenti e il mimetismo sociale.
Con distopia s’intende un assetto politico, sociale o religioso governato da un sistema totalitario dove libertà di parola e pensiero vengono prontamente bloccati sul nascere.
– Il racconto dell’ancella, Margaret Atwood (1985)
Noi eravamo la gente di cui non si parlava nei giornali. Vivevamo nei vuoti spazi bianchi ai margini dei fogli e questo ci dava più libertà. Vivevamo tra gli interstizi di storie altrui.
Le superpotenze mondiali sono stremate da continui conflitti mentre la Terra è devastata dall’inquinamento radioattivo e chimico generato da armi e scarti bellici.
Ci troviamo nel Nord America dove, a seguito di un golpe, si insedia la “Repubblica di Gilead”: un regime totalitario teocratico che priva le donne di ogni bene, diritto e libertà. Una società che le relega al ruolo di “riproduttrici” e condanna l’infertilità con severe punizioni. Coloro che si ribellano rischiano la morte o, peggio, di essere mandati a smaltire i rifiuti tossici.
Il libro, diventato manifesto per i movimenti di protesta a sostegno delle donne, esplora la tematica della sottomissione e dei mezzi utilizzati dalla politica per asservire il corpo femminile alle sue funzioni riproduttive. Tematiche che arrivano al lettore con forza grazie all’uso di una narrazione in prima persona, raccontata attraverso gli occhi della protagonista.
– La strada, Cormac McCarthy (2006)
Nessuna lista di cose da fare. Ogni giornata sufficiente a se stessa. Ogni ora. Non c’è un dopo. Il dopo è già qui. Tutte le cose piene di grazia e bellezza che ci portiamo nel cuore hanno un’origine comune nel dolore. Nascono dal cordoglio e dalle ceneri.
Il mondo è stato distrutto da un’apocalisse nucleare che lo ha trasformato in un luogo buio e freddo.
Padre e figlio – entrambi senza nome – spingono un carrello quasi vuoto lungo una strada americana. Le loro giornate sono caratterizzate dalla paura: in un mondo ostile e violento ogni istante è una lotta per la sopravvivenza. Non c’è speranza né redenzione: solo sofferenza.
La struttura del romanzo catapulta il lettore in questo universo post-apocalittico: l’opera è priva di capitoli. È una narrazione senza fronzoli dal punto di vista lessicale e della punteggiatura, stilisticamente coerente con l’anima della storia.
– Hunger Games, Suzanne Collins (2011)
È troppo tardi per cambiare idea. Mi porto la mano alla bocca, dando un ultimo sguardo al mondo.
Protagonista della vicenda è Katniss, una ragazza che vive in una nazione divisa in distretti e governata da un regime totalitario. Dopo un tentativo di rivolta fallito, ogni anno vengono scelti un ragazzo e una ragazza da ciascun distretto per partecipare agli Hunger Games: spietati combattimenti trasmessi in televisione.
Un gioco crudele, mirato a mantenere il controllo sulla popolazione e instillare in essa odio e diffidenza. Mentre il regime tenta di annientare le coscienze, la storia lancia ha un messaggio di speranza molto chiaro: l’umanità può riaffiorare se ritrova una propria dignità. Valori come solidarietà e il rispetto per l’altro, infatti, possono risollevare una società perduta.
Film distopici
V per Vendetta, James McTeigue (2005)
Perché, mentre il manganello può sostituire il dialogo, le parole non perderanno mai il loro potere; perché esse sono il mezzo per giungere al significato, e per coloro che vorranno ascoltare, all’affermazione della verità. E la verità è che c’è qualcosa di terribilmente marcio in questo paese.
Tratto dal romanzo a fumetti scritto da Alan Moore e illustrato da David Lloyd, la storia è ambientata in un Regno Unito distopico governato da un regime repressivo e violento alla cui giuda c’è l’Alto Cancelliere Adam Sutler. L’unico individuo che si oppone è V, un rivoluzionario il cui volto è sempre celato dalla maschera sorridente di Guy Fawkes, un cospiratore che il 5 novembre 1605 cercò di far saltare in aria il parlamento inglese (la congiura delle polveri).
La scelta della maschera non è casuale: V non rappresenta un uomo ma un’idea che non può essere fermata. Ed è proprio instillando il dubbio nei personaggi che V ottiene consensi e risveglia una società atrofizzata dalla propaganda.
WALL•E, Andrew Stanton (2008)
Io non voglio sopravvivere, io voglio vivere!
La Terra è arida e disabitata. Gli esseri umani, minacciati dagli alti livelli di radiazioni, si sono imbarcati sulla Axiom: un’arca spaziale che gestisce le loro vite. WALL•E è un robot il cui unico scopo è ripulire il pianeta da tutta la spazzatura creata dall’uomo e svolge il suo lavoro con impegno e dedizione fino al momento in cui incontra EVE, un elegante robot-sonda inviata dalla Axiom.
Una storia poetica che invita lo spettatore a riflettere sui danni provocati da una società pigra, consumistica e priva di rispetto ma anche sul significato di una vita in cui non si ha più il controllo di sé. Un’umanità che, in fondo, ha voglia di riscatto e ha imparato dai propri errori.
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In questo lungo percorso abbiamo analizzato le caratteristiche principali del genere e alcuni esempi memorabili della letteratura e del cinema. Che cosa ne pensi? Ti verrebbe voglia di cimentarti con uno di questi romanzi, provando a scrivere? Oppure pensi che sia meglio rimanere lettori appassionati?
Se hai in mente un romanzo distopico, ottimo. Prima però leggi molto perché si tratta di un genere con una lunga tradizione. Le distopie possono racchiudere messaggi di condanna o speranza per l’umanità.
Se vuoi scrivere un romanzo distopico dovrai analizzare la storia passata e la società in cui vivi e valutare gli aspetti che, secondo il tuo giudizio, potrebbero condurre a scenari sgradevoli per il singolo e l’intera specie.
La distopia è un allarme che indica quanto sia pericoloso proseguire attraverso un cammino fatto di assoluti. Un futuro in cui l’individualità viene accantonata in favore di una collettività privata del proprio essere.
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foto di Gift Vibe
foto di Enrique Meseguer
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Confesso di non aver mai letto “Il racconto dell’ancella”, ma si può dire lo stesso di tanti altri libri 🙂 Vedendolo però in questa lista mi viene voglia di approfondire, mi sa che lo aggiungo alla mia (tristemente lunga) coda di lettura! Grazie