
Introduzione e altre parti importanti di un libro
Quante volte hai sentito parlare di introduzione a proposito di un libro?
Mi capita che molti autori mi chiedano che cosa vada inserito in una parte che, al di là delle mode e delle dicerie (nessuno legge l’introduzione, dicono, ma è vero?), conserva una funzione importante.
E di certo, avrai anche sentito parlare di prologo e di prefazione. Tutte parti specifiche di un’opera narrativa, ma non solo. Conosci bene le differenze e gli usi? Forse può essere utile rivederli insieme, anche per comprendere quando e come farne uso.
Introduzione: significato
Il termine deriva dal latino introductio -onis, indentifica l’azione d’introdurre, di mettere o portare dentro. Nei romanzi, spesso, coincide con l’incipit. Ma non nella totalità dei casi. Come dicevo, ogni tanto si sente sostenere che l’introduzione sia superflua e che in pochi la leggano. In realtà, la sua funzione è anche quella di rappresentare uno spazio in cui spiegare l’opera.
L’introduzione de I promessi sposi
Quali sono le prime parole de I promessi sposi?
Se stai pensando alla famosa frase: Quel ramo del lago di Como, che volge a Mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti […], sappi che hai ragione solo a metà, perché in realtà il romanzo si apre con un’introduzione, scritta dallo stesso Manzoni, nella quale viene riportato il testo del presunto manoscritto da cui l’autore sostiene di aver desunto la storia.
Le prime parole, dunque, sono:
«L’Historia si può veramente deffinire una guerra illustre contro il Tempo, perché togliendoli di mano gl’anni suoi prigionieri, anzi già fatti cadaueri, li richiama in vita, li passa in rassegna, e li schiera di nuovo in battaglia […]»
La celebre descrizione lacustre, nella quale è facile riconoscere Lecco, costituisce allora un incipit, sì, ma del capitolo primo e non s’identifica, in questo caso, con quella che rappresenta l’introduzione vera e propria.
Introduzione: le caratteristiche
Abbiamo visto che Manzoni sceglie di aprire il suo romanzo con un’introduzione scritta di suo pugno ed è proprio questo il punto: l’introduzione è scritta dallo stesso autore del libro. Serve a fornire, cioè a introdurre, spiegazioni riguardo al testo che si andrà a leggere. In questo caso, il presunto ritrovamento del manoscritto da cui sarebbe derivata la storia di Renzo e Lucia.
Nei testi di narrativa non è sempre necessario che ce ne sia una, ma in altri generi di libri, come ad esempio i saggi, le ricerche, le tesi di laurea o i manuali, può essere utile prevederla, perché rappresenta l’occasione, per l’autore, di chiarire le motivazioni e gli intenti che lo hanno spinto a scrivere l’opera e di riassumere, in sintesi, i contenuti e i valori della stessa.
Il lettore, quindi, potrà farsi subito un’idea di quale sia non solo l’argomento del libro, ma anche la modalità con la quale è stato trattato.
Nonostante rappresenti il primo testo in cui ci si imbatte aprendo un volume, l’introduzione di solito viene scritta dall’autore alla fine del lavoro, quando cioè l’intero impianto ha preso ormai corpo e lo si può descrivere usando parole più efficaci e concise.
«L’Historia si può veramente deffinire una guerra illustre contro il Tempo, perché togliendoli di mano gl’anni suoi prigionieri, anzi già fatti cadaueri, li richiama in vita, li passa in rassegna, e li schiera di nuovo in battaglia […]»
Questa è la vera introduzione de I promessi sposi.

Prefazione
Si usa ancora o si ricorre sempre meno alla prefazione? In realtà, molti autori la considerano davvero importante; succede che di alcuni libri si ritardi l’uscita proprio perché manca ancora la prefazione. Di certo, è una sorta di marchio di autorevolezza conferito al libro.
Prefazione ne La coscienza di Zeno
E come esordisce Italo Svevo ne La coscienza di Zeno?
Lo fa con una prefazione, la cui stesura viene attribuita al dottor S., psicoanalista del protagonista Zeno Cosini e che si presenta in questo modo:
Io sono il dottore di cui in questa novella si parla talvolta con parole poco lusinghiere. Chi di psico-analisi s’intende, sa dove piazzare l’antipatia che il paziente mi dedica.
Di psico-analisi non parlerò perché qui entro se ne parla già a sufficienza. Debbo scusarmi di aver indotto il mio paziente a scrivere la sua autobiografia; gli studiosi di psico-analisi arricceranno il naso a tanta novità. Ma egli era vecchio e io sperai che in tale rievocazione il suo passato si rinverdisse, che l’autobiografia fosse un buon preludio alla psico-analisi. Oggi ancora la mia idea mi pare buona perché mi ha dato dei risultati insperati, che sarebbero stati maggiori se il malato sul più bello non si fosse sottratto alla cura truffandomi del frutto della mia lunga paziente analisi di queste memorie.
Le pubblico per vendetta e spero gli dispiaccia. Sappia però ch’io sono pronto di dividere con lui i lauti onorarii che ricaverò da questa pubblicazione a patto egli riprenda la cura. Sembrava tanto curioso di se stesso! Se sapesse quante sorprese potrebbero risultargli dal commento delle tante verità e bugie ch’egli ha qui accumulate!
DOTTOR S.
Prefazione: chi la scrive?
Ne La coscienza di Zeno la prefazione è delegata al Dottor S. e rappresenta un suo commento alla vicenda che poi, nella finzione letteraria, viene raccontata dall’io narrante Zeno Cosini. Anche Italo Svevo si avvale di un ingegnoso espediente letterario per costruire il proprio romanzo, ma nel farlo rispetta il ruolo e la funzione attribuibili alle diverse parti.
La prefazione, infatti, è di solito scritta da qualcuno che non è l’autore del libro, ma che per rilevanza, autorevolezza o speciale competenza nei confronti degli argomenti trattati in esso, viene scelto – talvolta dallo stesso autore – per argomentare e commentare il contenuto dell’opera.
Anche la prefazione ha lo scopo di orientare il lettore, fornendo la visione che del libro si è fatto un occhio esterno.
Preambolo, prologo o premessa
Subito dopo la prefazione, Svevo inserisce anche un preambolo, che invece è attribuito allo stesso Zeno, vale a dire colui che, in prima persona, condurrà poi tutto il resto della narrazione, e che incomincia così:
Vedere la mia infanzia? Più di dieci lustri me ne separano e i miei occhi presbiti forse potrebbero arrivarci se la luce che ancora ne riverbera non fosse tagliata da ostacoli d’ogni genere, vere alte montagne: i miei anni e qualche mia ora.
Il dottore mi raccomandò di non ostinarmi a guardare tanto lontano. Anche le cose recenti sono preziose per essi e sopra tutto le immaginazioni e i sogni della notte prima. Ma un po’ d’ordine dovrebbe pur esserci e per poter cominciare ab ovo, appena abbandonato il dottore che di questi giorni e per lungo tempo lascia Trieste, solo per facilitargli il compito, comperai e lessi un trattato di psico-analisi. Non è difficile d’intenderlo, ma molto noioso. […]
La coscienza di Zeno, quindi, possiede anche un preambolo, in cui il protagonista e narratore comincia a raccontare e a spiegare da dove e come è nato il testo che il lettore andrà a leggere.
Siamo già dentro il racconto, a scrivere è sempre l’autore, ma ci troviamo ancora in un ambito preliminare rispetto ai temi che verranno diffusamente trattati nelle parti successive.
I termini preambolo, prologo o premessa, già nella loro etimologia, contengono il concetto di ciò che “viene prima” che “cammina davanti” e che deve essere esplicitato in quanto risulta funzionale al testo che seguirà.
Il preambolo, prologo o premessa sono la soglia di accesso all’opera.
Antefatto
C’è poi anche l’antefatto, che troviamo spesso nella drammaturgia e nella cinematografia, ma che non di rado compare anche nella narrativa. Si tratta di una scena o di una situazione che forniscono lo spunto per l’episodio iniziale della storia e che lo spettatore o il lettore devono conoscere per comprendere il prosieguo della trama.
L’autore, quindi, non può esimersi dal narrarlo, anche se talvolta ne delega il racconto ai propri personaggi oppure, come avveniva nel teatro classico, al coro.
Gli esempi letterari, che ho voluto riportare, hanno lo scopo di sottolineare la differenza che intercorre tra termini come introduzione, prefazione, preambolo (detto anche prologo o premessa).
Sono spesso confusi e usati, in modo improprio, come sinonimi, forse perché sono tutti vocaboli che stanno a indicare sezioni di testo che si collocano all’inizio, ovvero in apertura di un libro. E allora l’equivoco che nasce è comprensibile, ma in realtà ognuna di queste parole, come abbiamo visto, sta ad indicare qualcosa di diverso.
Proprio perché la terminologia e i concetti legati ai testi sono tanti, è bene conoscere le differenti accezioni, quando si aspira a scrivere un libro, perché l’opera di scrittura parte dal modo in cui è strutturata e ogni parte non deve essere solo collocata al posto giusto, ma svolgere anche la corretta funzione.
HAI DEI DUBBI SU COME HAI COSTRUITO LA TUA STORIA? CONTATTAMI E ANALIZZEREMO INSIEME STRUTTURA E SVILUPPO
CONTATTAMI
LEGGI ANCHE

Ghostwriter: lavorare in Italia, come si fa?
Lavorare come ghostwriter in Italia: ci sono ottime opportunità. Ma è importante essere davvero preparati, flessibili, capaci di gestire progetti innovativi

Come scrivere i ringraziamenti in libri e tesi di laurea
Come si scrivono i ringraziamenti in un libro e in una tesi di laurea? Non trascurarli perché sono davvero importanti. Ecco alcuni suggerimenti per scriverli

Come fare la copertina di un libro che parli ai lettori
Come fare la copertina di un libro è una domanda importante se si vogliono raggiungere i lettori. Ci sono aspetti da considerare e regole da applicare, più una dose incredibile di creatività

Consigli di scrittura e di revisione per migliorare lo stile
Ricercare consigli di scrittura e di revisione per i propri testi è una mossa intelligente, ci permette di raffinare lo stile, di migliorare l’espressività, di fare, insomma, dei passi avanti

Vorrei scrivere un libro: da dove nasce il desiderio?
Vorrei scrivere un libro: è il fulcro attorno a cui ruota un’intervista che ho rilasciato a Libriz. Racconto come ho iniziato e penso che attraverso le domande che mi sono state fatte anche tu possa riflettere sulla scrittura e sul desiderio di scrivere un libro

Libri di scrittura creativa per migliorare lo stile
Libri di scrittura creativa che possono aiutarci a migliorare lo stile? Sono davvero tanti e il loro apporto è importante per chi desidera approfondire tutte le tematiche legate alla scrittura