Perché scrivere un libro

Scrivere bene su LinkedIn 

Cosa scrivere su LinkedIn? E, in particolare, come scrivere bene, in modo efficace per raggiungere il proprio pubblico?

LinkedIn può aiutarci davvero nel raggiungimento del successo professionale per questo è molto importante come comunichiamo e la scrittura è lo strumento che più di tutti ci permette di presentarci. 

E allora come possiamo rendere efficace la nostra scrittura su LinkedIn?

L’ho chiesto a Maria Letizia Russo: formatrice, trainer, consulente e coach. Una professionista che grazie alla sua competenza ci spiegherà come utilizzare LinkedIn in modo strategico.

L’aspetto interessante della nostra conversazione è che ci siamo confrontate proprio sul tema della scrittura, tracciando un parallelo tra le regole della scrittura creativa e quelle richieste su LinkedIn, o meglio, utili per rendere ottima e performante la nostra esperienza su questo social network.

 

La sintesi è necessaria 

Italo Calvino, nelle sue “Lezioni Americane” spiegò il concetto di rapidità: nel mondo social possiamo tradurla in essenzialità. La capacità di trattare l’argomento individuato senza dispersioni inutili.  

Maria Letizia, come scrivere bene su LinkedIn e traslare questa necessità di sintesi?

Poche, essenziali, parole. Lì sta il segreto. Abbiamo l’abitudine di trattare i nostri scritti come un tema scolastico: l’introduzione, lo svolgimento e infine la conclusione. Ma lo schermo non è un foglio di carta. Il modo di approcciarsi di un lettore, per forza di cose, non può essere lo stesso. È necessario catturare la sua attenzione fin dall’incipit. 

Dobbiamo confrontarci con un nuovo modo di leggere, non più orizzontale ma verticale. Secondo le ricerche le persone utilizzano al massimo otto secondi per decidere se un post è interessante o meno. L’essenzialità diventa il primo concetto da applicare. L’esercizio che faccio è quello di pensare chi sarà il destinatario del mio post. Mi chiedo: “al suo posto, leggerei questo contenuto?”.

 

L’originalità: che cos’è su LinkedIn? 

Nella scrittura creativa l’incipit è come aprire la porta di casa a un ospite: diventa fondamentale presentarsi al meglio, essere originali per rendere apprezzabile l’intera opera. Molti autori restano bloccati dall’idea che un argomento già trattato sia banale. Ma la differenza sta nel modo in cui l’autore decide di affrontarlo. Per LinkedIn cos’è l’originalità?

La frase “Network is the king” è un esempio di tono di voce riportato alla scrittura. Ho ottimizzato il concetto: diminuendo il numero di parole ho scelto l’essenzialità. Inoltre, creando uno slogan, ho trovato la mia originalità. Questa citazione rimanda a me, rendendomi riconoscibile. Possiamo anche utilizzare un emoji che ci caratterizza o qualche motto ricorrente. 

 

La ricerca della parola giusta 

Nella scrittura creativa è necessaria una ricerca della parola che caratterizzi l’autore e le sue opere. Su LinkedIn noti questo studio nell’utilizzo dei termini?

Ti riporto un esempio: la Newsletter di presentazione per la nostra intervista. Io non accetto mai la definizione di “esperta”. Eppure ho indicato te, Alessandra, come esperta. Questo perché? Forse non è proprio il caso di una “ricerca della parola”. Piuttosto si lavora sulla definizione dei concetti. Posso definirti esperta in quanto persona che conosce la scrittura. Ma se dovessi introdurre me stessa negli stessi termini cadrei in errore. Essere auto referenziali non è mai un buon modo per porsi.

E come possiamo evitare la trappola?

Raccontando i risultati che abbiamo conseguito in ambito aziendale. O per quale motivo veniamo contattati dai clienti. Un esercizio utile può essere scrivere le nostre esperienze come se svolgessimo un tema, andando a eliminare tutto ciò che risulta auto referenziale. Si tratta di trasformare i dati soggettivi in oggettivi. Definirci esperti rimarrebbe un parere relativo che diamo di noi stessi. Se invece specifichiamo quali obiettivi abbiamo raggiunto o per quanto tempo abbiamo svolto una mansione, i dati si trasformano in prove che certificano la nostra competenza.

Qualche altro esempio sulla ricerca dei termini?

Se scrivessi: “LinkedIn è certamente il miglior social per la comunicazione B2B” sprecherei caratteri. Lo stesso significato si ottiene così: “LinkedIn è ottimo per la comunicazione B2B”. Il risultato è una comunicazione più funzionale: risparmiando parole guadagnerò visualizzazioni.

 

L’importanza di sperimentare 

Possiamo parlare, allora, di una sorta di sperimentazione nella scrittura social?

Certo. Nel periodo del lockdown ho pubblicato un contenuto che riguardava la mia vita privata, argomento che su LinkedIn, di solito, non funziona. Nel post ho parlato degli allievi e dei miei corsi: una parentesi personale, quindi, mi ha permesso di far conoscere la mia professione.

LinkedIn si basa sulla scrittura, che come tutte le arti vive di prove e miglioramenti continui: per questo o si nasce bravi, oppure è un talento che si deve acquisire con l’esercizio. 

Tornando alle basi: per chi scriviamo? Su LinkedIn lo faccio per la mia rete, non per mio gusto personale. Se un contenuto può interessare i miei utenti allora potrò sperimentare. 

Cito Giuseppe Pontiggia, il libro “Per scrivere bene imparate a nuotare” dove l’autore insegna che non dovremmo avere la presunzione di nascere già abili, ma procedere seguendo un allenamento quotidiano: scrivere è un lavoro di artigianato. Le neuroscienze ci insegnano che lavorando sui testi ampliamo e miglioriamo le connessioni neuronali. Il lavoro di editing e revisione permette di aumentare il livello di espressività e comprensione. Come reagisce il mondo social a questo continuo cambiamento?

Una delle prime novità in LinkedIn fu la possibilità di inserire nei propri contenuti i file pdf. Oppure scegliere di modificare il proprio profilo personale in “creatore di contenuti”: una variazione introdotta per aumentare l’originalità delle proposte. Ancora più recente è la possibilità, per questi creatori, di poter inviare una Newsletter agli utenti della propria rete.

Ma come utilizzare queste novità? Diversamente da Facebook o Instagram – social creati per lo svago – LinkedIn è rivolto ai professionisti. Per essere efficace dovrò curare oltre al testo anche la parte visual dei miei post, ovvero come il mio contenuto arriverà alla vista dell’utente. Se, sfruttando l’insieme riuscirò a mantenere i miei contenuti accattivanti, allora utilizzerò le evoluzioni, diversamente le lascerò cadere in disuso.

Italo Calvino, nelle sue Lezioni Americane spiegò il concetto di rapidità: nel mondo social possiamo tradurla in essenzialità. La capacità di trattare l’argomento individuato senza dispersioni inutili.  

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Come scrivere un post su LinkedIn: lunghezza e contenuto 

Se parliamo di scrivere bene su LinkedIn ti devo fare questa domanda: quanto deve essere lungo un post?

Fino a poco tempo fa il limite era milletrecento caratteri. Ora è tremila. Un report sull’algoritmo di LinkedIn suggerisce che i migliori post si aggirano attorno ai duemila caratteri. Per attrarre gli utenti occorre creare dei micro temi e frazionare i macro argomenti attraverso più pubblicazioni. 

Possiamo servirci di strumenti che applicano formattazioni diverse al post guidando il lettore in un testo che evidenzi i temi importanti e arrivando alla call to action finale. 

Un suggerimento è evitare contorsioni mentali come la doppia negazione o l’uso eccessivo di avverbi. Prendendo spunto dall’inbound marketing è utile imparare il blogging. Forme espressive semplici aumentano il coinvolgimento e diventano fondamentali per avere un numero maggiore di interazioni. Ricordo che, nel mondo social, bastano meno di otto secondi per venire scelti. 

Da questo viene naturale il passaggio al punto successivo. Cechov diceva che “non è possibile fare spesa di contenuti ma basta guardarsi attorno ed essere attenti alla vita”. Come scegliere e dove trovare i contenuti per LinkedIn?

Marcus Sheridan sostiene che nelle aziende si dovrebbero far sedere i tecnici pubblicitari vicino a quelli commerciali, alimentando così il confronto riguardo i desideri del pubblico. Traslando il concetto nel social: sono le domande, obiezioni e conferme degli utenti a fornire linfa infinita per i contenuti. 

È poi è opportuno non interrompere mai la formazione perché così più saremo competenti, più avremo materiale su cui lavorare. 

Altra risorsa sono i competitor: la competenza diventa fondamentale per evitare di proporre tematiche copia-incolla. 

I sondaggi su LinkedIn 

Cosa pensi, invece, dell’utilizzo dei sondaggi e delle icone nei post?

L’algoritmo di LinkedIn valorizza il sondaggio perché aumenta le visualizzazioni ma anche questo strumento deve essere funzionale alla nostra rete. Chiediamoci: “per chi pubblichiamo?”

I sondaggi proposti devono essere coerenti con gli argomenti trattati. È un’opzione da valutare che non deve essere demonizzata, piuttosto valorizzata. 

Le icone invece?

Le icone, le emoji, vale lo stesso discorso. Io utilizzo la faccina della donna bionda quando devo indicare in un post che la parte segnalata è un mio pensiero personale. Se fossi un traduttore potrei usare le bandiere del mondo. In base alla mia attività devo sapere se il modo in cui mi pongo è abbastanza pulito, fruibile e a quel punto ragionare su chi è il destinatario dei miei contenuti. 

Non ho mai risposte assolute Alessandra. Dipende sempre dal contesto: la chiave di tutto è avere equilibrio.

Leggere ad alta voce 

A proposito di trovare modi migliori di proporre i contenuti, nella scrittura creativa si rilegge ad alta voce per scovare gli errori. Tu lo fai? 

Certo. E trovo sempre qualcosa da sistemare.

Avere una buona rete 

Quanto è importante avere una buona rete su LinkedIn?

Sul mio sito ho riportato una frase di Reid Hoffmann: “la rete sono le persone che vogliono aiutarti e che tu puoi aiutare”. Per me è stato un concetto illuminante e molto potente. Le prime persone a seguirvi e a interagire con voi saranno quelle che vi conoscono. 

Serve consapevolezza quando comunichiamo con un nostro contatto perché, in realtà, stiamo sondando la sua intera rete e mostrandoci a nuovi potenziali clienti. Per questo è necessaria una selezione che crei un network di valore e accetti soltanto persone realmente interessate ai contenuti del nostro profilo. 

LinkedIn offre un tetto massimo di trentamila collegamenti personali e il nostro obiettivo è quello di avere un raggio il più ampio possibile. Ma se per arrivare al massimo della capienza aggiungessimo cinquemila contatti che vivono dall’altra parte del mondo senza capire la lingua in cui scriviamo, la nostra rete sarà, almeno parzialmente, inutile. 

Se ho poche interazioni, la mia rete avrà scarso valore. 

Scrivere di noi: funziona? 

E cosa ne pensi dei post a carattere personale su LinkedIn?

Come ti accennavo prima, il post personale deve intersecarsi con il motivo professionale per cui stiamo pubblicando. Per la vita privata ci sono Facebook o Instagram. LinkedIn è un social per professionisti, perciò utilizza i tempi e i modi del mondo del lavoro. 

Quello che postiamo deve aiutare le persone che interagiscono con il nostro profilo. 

Esiste una sorta di “discorso etico” verso la nostra rete ed è analizzabile grazie a uno strumento che LinkedIn utilizza per classificare gli utenti: il social selling index. 

È una graduatoria che possiamo migliorare o peggiorare in base al numero di interazioni generate. Ora, ragionando per assurdo, potremmo pensare di commentare tutto quello che scorriamo sul feed con l’obiettivo di aumentare il nostro rating. Così facendo, però, avremo molte interazioni personali ma il risultato sarebbe quello di allontanarci della nostra realtà professionale. 

 

Editoria su LinkedIn 

Un’altra domanda interessante. LinkedIn e l’editoria: è un mondo valido per lo scambio di idee e la promozione delle pubblicazioni?

Chi racconta bene la sua attività andrà a intercettare persone interessate a quell’argomento. È un social B2B che diventa B2C grazie alle interazioni tra gli utenti. 

Non ha limiti determinati da un settore piuttosto che l’altro. 

Faccio un esempio: una mia cliente make-up artist che come canale preferenziale utilizzerebbe Instagram, grazie a LinkedIn ha trovato possibilità alternative. Ora, sfruttando questo mondo, fa consulenze private. 

Quindi, l’importante non è tanto il nostro campo di interesse, quanto il modo e il tono con cui ne parliamo. Se riusciamo a trasmettere la nostra competenza, professionalità e umanità, una strategia efficace funzionerà in diversi ambiti professionali. 

 

Consigli pratici 

Hai  qualche consiglio pratico per utilizzare al meglio LinkedIn?

Guarda Alessandra, la regola principale la conosciamo tutti: non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te. 

Per prima cosa dobbiamo agganciare subito il lettore. Consiglio un esercizio: aprite il feed e scorrete lo schermo per una decina di minuti osservando ciò che cattura la vostra attenzione. Oppure utilizzate gli hashtag con coerenza. O, ancora, è bene caricare video della durata massima di un minuto, con i sottotitoli necessari perché non è sempre possibile ascoltare un contenuto con l’audio acceso.

Un’ultima cosa: come si viene scelti dalle persone?

Grazie all’attenzione e professionalità con cui ci poniamo. Circa il 60% delle persone che si rivolgono a un formatore hanno già le idee chiare. 

Ricordo un cliente che, nel momento in cui mi contattò, si rivolse a me citando le frasi dei miei post. La scrittura è un mezzo molto potente che può permetterci di arrivare a tanti. Esercitarla in modo strategico e funzionale per la nostra attività porterà a grandi risultati. LinkedIn è uno strumento potentissimo molto potente che può aiutarci nel raggiungimento del successo. 

Professionisti come Maria Letizia Russo ci insegnano che l’applicazione del sapere e la voglia di imparare nuove competenze sono fondamenti necessari per affrontare la concorrenza, creando e formando la nostra rete di conoscenze. 

Lavorando al meglio sui contenuti ci identificheremo in una fetta di mercato precisa e daremo valore alla nostra professionalità. 

Una buona strategia di comunicazione, competenza e coerenza con i propri principi restano ancora oggi punti fondamentali nel cammino verso l’eccellenza.

 

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