
La scrittura a mano: stiamo riscoprendo il valore di questa pratica. Ormai da qualche anno e credo, in questi tempi di intelligenza artificiale, sia un’abitudine da non trascurare per esercitare un’attività che, comunque, ci fa bene. La scrittura a mano è una gestualità che ci appartiene molto prima dell’uso della tastiera, per questo è più immediata e congeniale per comunicare con il nostro cervello.
Scrittura a mano o tecnologia?
Le macchine nascono per agevolare l’uomo, sollevarlo da attività logoranti e rischiose, amplificarne facoltà e potenzialità. Sono, queste, ottime ragioni che ci trovano tutti d’accordo sull’utilità della tecnologia.
Quando una macchina salva una vita evitando di metterne a repentaglio un’altra, quella macchina non è solo utile, è necessaria. Se l’uso di una tecnologia consente di arrivare in luoghi della terra o dello spazio in cui un uomo stenterebbe a sopravvivere, quella tecnologia è benedetta.
Non sempre però sono queste le motivazioni che stanno alla base del nostro ricorso alla macchina. Comodità e risparmio di tempo giocano un ruolo importante, il che è anche lecito e comprensibile. Fare le cose in meno tempo e con minore fatica è un’aspirazione che tutti condividiamo. Bisogna però essere anche consapevoli del fatto che molte volte, risparmiandoci certi sforzi e comprimendo i tempi delle azioni, perdiamo qualcosa per strada. Scrivere utilizzando una tastiera piuttosto che a mano può agevolare la vita ma sottrae competenze alle persone e limita lo sviluppo di alcune loro abilità. Ecco perché non dovremmo abbandonare la scrittura a mano, ma coltivarla sempre di più.

Se non si abituano i bambini a scrivere a mano e in corsivo, si inibisce loro la corretta formazione di alcuni importanti circuiti neuronali, li si spoglia di una capacità antropologica specifica.
I benefici della scrittura a mano evidenziati dalle neuroscienze
Le neuroscienze evidenziano i benefici della scrittura a mano per i bambini (e i danni di quella su tastiera se resta l’unica modalità di scrittura).
Sono le neuroscienze a dirlo e alcuni studi dell’Università dell’Indiana sui vantaggi della scrittura a mano corsiva: i bambini che non scrivono più a mano perdono l’occasione di stimolare alcune importanti funzioni corticali del cervello. Digitare le parole sulla tastiera non permette che si instauri la connessione tra parola pensata e parola scritta, ci vuole proprio il gesto della mano, il segno sul foglio perché questo avvenga. Per arrivare a leggere bisogna attivare l’area del cervello preposta alla scrittura. Se non si abituano i bambini a scrivere a mano e in corsivo, si inibisce loro la corretta formazione di alcuni importanti circuiti neuronali, li si spoglia di una capacità antropologica specifica.
I bambini che non scrivono a mano tendono a leggere peggio di quelli che invece lo hanno fatto e anche l’immaginario e il pensiero astratto viene privato di un esercizio fondamentale per il loro sviluppo.
Vi consiglio la lettura di un libro molto interessante Il piacere di scrivere a mano: Fisiologia e pedagogia della scrittura, prevenzione della disgrafia di Simona Cassarino e a questo aggiungerei anche – altra lettura che merita attenzione – La bellezza del segno: Elogio della scrittura a mano di Francesca Biasetton.
Mano che scrive: registra e restituisce sensazioni
Scrivere a mano è un po’ come rendere concreta un’idea, portarla fuori da noi e darle forma su di un foglio. È la nostra mano ad agire seguendo l’impulso del cervello, ma entrano in gioco anche sensazioni e stati d’animo. Non scriviamo sempre nello stesso modo, a volte il tratto è più incerto, altre più marcato, nervoso o sinuoso. Molto dipende dallo strumento e dai materiali che usiamo per scrivere, ma il nostro umore gioca un ruolo rilevante.I bambini che non scrivono a mano perdono anche l’occasione di familiarizzare con le proprie emozioni, imparare a riconoscerle, dar loro un nome.
Il rapporto mente-mano agevola attenzione, concentrazione, sintesi e memoria
Se per i bambini in età scolare scrivere a mano è una pratica fondamentale per il loro sviluppo cognitivo, non da meno anche per giovani e adulti rappresenta una risorsa straordinaria che fornisce parecchi vantaggi.
Prendere appunti a mano costringe a stare attenti e concentrati, a elaborare una sintesi di ciò che si ascolta per segnare solo i concetti chiave del discorso e a pensare a quello che si sta scrivendo. S’impara molto quando si scrivono a mano gli appunti. La registrazione audio o la pedissequa digitazione di una relazione non mettono in gioco tutte queste competenze, consentendo un ascolto meno vigile e più passivo.
Scrittura a mano libera: il gusto del bello e il valore estetico
Un tempo la calligrafia era materia scolastica, l’obiettivo non era soltanto quello di scrivere a mano, ma anche di scrivere bene, in modo elegante, secondo i dettami dei diversi stili e mirando ai canoni estetici della bellezza. La pagina ben scritta aveva un valore in sé; la Bellezza era un valore in sé, una forma di cura e di rispetto sia per il gesto che si stava compiendo sia per chi avrebbe ricevuto quello stesso gesto.
Oggi ordine e bellezza sono standardizzati, affidati agli stili preimpostati delle videoscritture, giustificati entro i margini precisi delle pagine di tablet e personal computer. E anche l’occhio di chi legge predilige l’ineccepibile perfezione della pagina stampata alle fallaci diseguaglianze delle lettere tracciate a mano.
Il rischio è di perdere il gusto per il fattore umano, di non cogliere più il valore aggiunto dei lavori non eseguiti in serie e di non sentire più l’esigenza di ricorrere a carta e penna per trasmettere ad altri i nostri pensieri. Un vero peccato, perché quando si scrive a mano quello che lasciamo sulla pagina non sono solo segni d‘inchiostro, ma parte di noi.

La grafia della persona amata ha la stessa forza evocativa della sua voce: è unica, emozionante, inconfondibile. La riconosciamo subito, prima ancora di decifrarne le parole.
Calligrafia? Significa imprimere la propria identità sulla pagina
Esistono grafie di tutti i tipi, più o meno belle, comprensibili e non, ma la pagina scritta a mano possiede un fascino tutto suo, che la carta stampata non ha. E per di più genera emozione non solo in chi scrive, bensì anche in chi leggerà, specie se fra i due intercorre un rapporto di amicizia o addirittura d’amore.
La grafia della persona amata ha la stessa forza evocativa della sua voce: è unica, emozionante, inconfondibile. La riconosciamo subito, prima ancora di decifrarne le parole. Se capita tra le carte di ritrovare un foglietto scritto a mano da qualcuno a noi caro, fosse anche l’elenco degli ingredienti per la ricetta di una torta, associamo immediatamente quel testo a chi l’ha scritto con tutto il coinvolgimento emotivo del caso.
È il tratto identitario che attiva il ricordo, il segno inequivocabile di quella e non di un’altra persona; è la prova che ci dà la soddisfazione e la certezza di essere umani.
Ti segnalo questo video di qualche anno fa 8ma sempre attuale) in cui tratto proprio l’argomento della scrittura a mano come stimolo per la nostra creatività. Molti di non non scrivono più con carta e penna: è, invece, un’abilità che ci rende umani. La tecnologia ci aiuta, l’umanità ci connota.
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