
La scrittura autobiografica rivela le emozioni della tua storia
La scrittura autobiografica ti mette in contatto con il tuo vissuto.
Per questo motivo, oggi, ti suggerisco degli esercizi utili a rivelare le emozioni della tua storia.
Perché sono le sensazioni a guidarci. Non dovremmo dimenticarlo mai. Così come non dovremmo mai scordare che la scrittura autobiografica rappresenta un grande supporto. Alla fine, possiamo dire che la scrittura di sé sia una via di autoanalisi e cura.
Racconto autobiografico: parti da qui
Il primo esercizio che ti propongo è così semplice da sembrare addirittura banale eppure, credimi, è utilissimo.
Prenditi del tempo per scrivere un riassunto del tuo vissuto: non dilungarti troppo, racconta scrivendo le tappe fondamentali. Lasciati andare a quello che emerge e, se ti può essere utile, crea una “tabella cronologica” della tua vita.
Immagini scritte: le fotografie
Le fotografie sono basilari se parliamo di scrittura autobiografica ed esercizi utili. Perché? Semplice. Perché ci permettono di recuperare dei momenti importanti.
Perché fotografiamo?
La filosofia e la psicologia hanno evidenziato una serie di motivazioni molto interessanti.
- Per esorcizzare la morte: molti filosofi ci dicono che fotografando esorcizziamo la morte e conserviamo la memoria.
- Desiderio di assoluto e spiritualità: la fotografia racchiude il manifestarsi del bisogno dell’uomo di collegarsi con qualcosa o qualcuno che sente molto più grande di lui; nello stesso tempo è forte il bisogno di lasciare un segno della propria esistenza. Con la fotografia tendiamo a superare il senso dell’effimero.
- Esternare e condividere con gli altri: si può rintracciare anche il bisogno psicologico di esternare, comunicare e condividere i contenuti riguardanti la sfera del mondo oggettivo.
- Per esprimere emozioni: la fotografia, sguardo sul mondo attraverso un obiettivo, consente di esprimere emozioni e sensazioni, pensieri e idee. Attraverso le fotografie, persone molto sensibili o che hanno difficoltà a esprimere gli stati d’animo, possono comunicare ciò che altrimenti sarebbe difficile esternare.
La fotografia, quindi, permette di contattare il proprio mondo interno e prenderne coscienza.
L’esercizio che ti suggerisco, consiste nel mettersi in osservazione delle nostre fotografie (consiglio sempre di sceglierne una decina tra tutte). Lo so che è difficile fare questa scelta, vorremmo dedicare attenzioni a ciascuna, ma inizia con una decina poi potrai sempre proseguire e farlo per tutte le foto che vorrai.
Che cosa devi analizzare?
- Dove ti trovi? In quale luogo?
- Che emozioni ti suscita questo luogo?
- Con chi sei?
- Chi ha scattato la foto?
- Come stavi in quella situazione?
- Come definiresti l’atmosfera?
- Che cosa ti provoca rivedere questa fotografia?
Vedrai quanti elementi emergeranno.
I volti
Nelle nostre vite sono passati molti volti. Alcuni con un ruolo, altri si sono dissolti presto. Scrivere le immagini ci permette di scoprire se ci siano volti da indagare all’interno della memoria. Questo è un lavoro entusiasmante, ricco di risvolti e scoperte.
Possiamo dare risposte superficiali o, anche in questo caso, andare davvero in profondità e osservare noi stessi. La fotografia apre una porta per lasciarci entrare, attraverso le parole, in un mondo in cui è possibile recuperare sensazioni che ci fanno stare bene oppure sciogliere nodi o blocchi che diventano ostacoli per il nostro sviluppo personale.

Non esiste psicologia ma solo biografia e autobiografia.
La scrittura autobiografica rivela le emozioni profonde
Lo scopo di questo lavoro è indagare le emozioni profonde.
Come? Attraverso uno sguardo che si rivolge ad alcuni momenti della nostra vita. E spesso si tratta di ricordi che in qualche modo avevamo rimosso, relegati in quella memoria nascosta, nella storia sotterranea. Anche se so che accade, mi stupisco sempre nel vedere quante rivelazioni la scrittura porta alle persone.
I luoghi del vissuto
Sappiamo tutti quanto i luoghi del vissuto ci abbiano segnato. A questo proposito la tecnica, anzi una commistione di tecniche, ci aiuterà a soffermarci sul peso e sui ruoli che i diversi luoghi hanno avuto nella nostra vita.
Metodo autobiografico: la scrittura libera
Che cosa segna la nostra vita? Gli accadimenti che determinano azioni e omissioni. E quindi emozioni che poi restano in noi.
Quali sono gli accadimenti che hanno avuto un peso nella tua vita? Questa è la domanda che ti devi fare all’inizio dell’esercizio.
Come procedere
- Scegli una musica rilassante, che ti piace.
- Dedicati 10 minuti, occhi chiusi, e prova a rivedere come un film che si dipana davanti al tuo sguardo mentale la tua esistenza. Assisti come spettatore o spettatrice.
- Se senti la necessità prendi appunti. Se no aspetta.
- Passati dieci minuti (ma se hai esigenza di restare con i tuoi pensieri lascia passare più tempo) prendi nota di quello che è emerso, degli accadimenti che si sono imposti alla tua consapevolezza.
- Non dare giudizio. Semplicemente fai un elenco.
- Se puoi corredali anche di una data (non importa se precisa).
- Solo dopo aver lasciato passare del tempo (qualche ora o un giorno) torna a rivedere quello che hai scritto, rimetti in sottofondo la musica che ti aveva guidato e prova ad analizzare i vari eventi che hai elencato.
- Forse qualcuno che credevi importante manca e altri che neppure ricordavi sono emersi: qui sta la forza di questo incredibile lavoro. Ci saranno tanti spunti di riflessione.
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